“L’elettorato USA guarda comunque a destra, mentre in Cina avanza il nuovo Mao”

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“L’elettorato USA guarda comunque a destra, mentre in Cina avanza il nuovo Mao”

“L’elettorato USA guarda comunque a destra, mentre in Cina avanza il nuovo Mao”

Trump continua a twittare “rigged election” “electoral fraud”,  perché Professor Luttwak?

“Questa è una storia finita. Biden ha vinto. La faccenda si è conclusa quando hanno ricontato i voti in Georgia. Si è aperta un’altra stagione dopo un anno politico esplosivo, chiuso con risultati calmi, e calmanti”.

I democratici hanno perso qualcosa?

“Hanno perso molti seggi. I membri della Camera dei Rappresentanti vengono eletti ogni due anni e non possono prendere rischi come togliere i fondi alla polizia o regalare i soldi agli studenti come avevano promesso in campagna. Anche il Green New Deal è finito. Al Senato inoltre basterebbe un voto in più dei repubblicani per mettere alla porta i democratici”.

Il risultato appare bilanciato.

“Esatto, il risultato è bilanciato e molto importanti nella politica americana sono le assemblee nei differenti stati. I repubblicani hanno vinto in quelle sedi e questa è una vittoria inaspettata, nonostante i programmi finanziati da Obama per le assemblee di stato che in definitiva hanno fallito”.

Sta dicendo che i tweet di Trump sono una provocazione che appare giustificata da questo risultato bilanciato?

“Il presidente Biden ha vinto la presidenza lì dove i democratici hanno votato più a destra. Nello spettro politico la posizione adottata dai democratici è quella più vicina a Trump e nonostante Trump stesso sia stato disordinato, Biden ha comunque vinto di poco. Il volto degli Stati Uniti emerso da questo risultato elettorale è di un Paese non povero, non disperato, non estremista e che non vuole cambiare tutto”.

Il continuo riconteggio, debolezza istituzionale americana?

“C’è un malinteso da chiarire. Il risultato elettorale che è stato annunciato al mondo è definito dall’Associated Press o dalla CNN. Il risultato ufficiale però, esisterà soltanto l’11 dicembre. Gli Stati Uniti sono una federazione e la sua realtà politica sono gli stati che controllano le elezioni. Il riconteggio accade spesso, sempre, per varie ragioni, in alcuni casi è anche obbligatorio”.

La stampa esalta, esulta e nessuno però aveva previsto questo scenario.

“I media sono i veri sconfitti, hanno perso credibilità, chi ha vinto invece sono i nuovi produttori di informazione, come Google, che fornisce risultati in tempo reale estremamente aggiornati e chiari. Il NYT ha perso tempo dietro il Black Lives Matter, ha persino licenziato una giornalista che sosteneva che queste manifestazioni non erano sempre pacifiche. Il Washington Post ha dimenticato tutto il mondo estero per dedicarsi soltanto a faccende interne. In Cina stanno succedendo cose importanti, ma la stampa non se ne è occupata”.

Lei è amico di Biden, che è stato Presidente della commissione affari esteri del Senato. Cosa succederà con la Cina?

“La Cina è diventata una minaccia aggressiva. Xi Jinping porta avanti un programma durissimo di sinizzazione nelle aree limitrofe, ha condannato a morte due canadesi impiccandoli dopo la vicenda Meng di Huawei, ha aperto un diverbio con l’Australia e scontri con l’India. Le fregate americane non sono in Florida adesso, ma si trovano in Vietnam, insieme a quelle canadesi, giapponesi e australiane. Dove questo potrebbe essere normale, ciò che non è normale è che Xi Jinping sta cambiando di natura, da primus inter pares sta diventando un nuovo Mao. Questa escalation non può continuare. Le iniziative sono iniziative personali dello stesso Xi Jinping, lui ha centralizzato il potere fino a tal punto che il pallone è talmente gonfio che potrebbe esplodere”.