Malasanità. In Sicilia 4 casi in pochi giorni: morta oggi una neonata
31 Ottobre 2010
di redazione
Confinata dal recente rapporto della commissione parlamentare sugli errori sanitari agli ultimi posti per efficienza e ai primi per casi di malasanità, la Sicilia continua a far parlare di sé: oggi una bimba è morta a Palermo nella clinica privata Triolo-Zancla prima di venire alla luce. I genitori accusano i medici di aver ritardato il parto cesareo e la magistratura ha aperto un’inchiesta.
Negli ultimi quattro giorni nell’Isola si sono verificati altrettanti casi di malasanità, con tre morti e un neonato che si trova in coma farmaceutico – con lievi segni di miglioramento – al Policlinico di Palermo, dopo che giovedì scorso i medici gli hanno somministrato gas invece che ossigeno, pare per dei tubi invertiti durante la manutenzione dell’impianto. Venerdì scorso un uomo di 52 anni, Lorenzo Facciponte, in cura al Barone Lombardo di Canicattì (Agrigento), è stato trasferito in elisoccorso al Vincenzo Cervello di Palermo, dove è morto poche ore dopo. Anche in questo caso i familiari puntano il dito contro i sanitari agrigentini, che avrebbero scambiato una polmonite per un banale dolore intercostale. Sempre venerdì, a Catania, un cingalese di 47 anni, Basilio Kuranage, è morto per un infarto al Garibaldi, dove ha atteso 4 ore al pronto soccorso prima di essere visitato.
Tutti casi sui quali la magistratura sta indagando, mentre la commissione sugli errori sanitari, presieduta da Leoluca Orlando, ha chiesto ai direttori sanitari di relazionare su quanto accaduto. Sulla nascitura morta a Palermo, il padre della bimba, un uomo di 27 anni, ha denunciato che il parto cesareo, deciso dai medici a causa della sofferenza del feto, sia stato effettuato con grande ritardo. La donna, seguita da un ginecologo della clinica, era stata ricoverata ieri; il tracciato effettuato in serata ha fatto emergere una situazione di rischio per la bimba, poi nata morta.
L’autopsia, prevista per domani, dirà cosa è accaduto, mentre il pm ha ordinato l’identificazione dei medici e degli infermieri che si sono occupati del caso e il sequestro della placenta. Solo due giorni fa la donna era andata in clinica per un controllo di routine, e i sanitari le avrebbero detto che la gravidanza procedeva bene. Ieri è tornata per sottoporsi a un altro tracciato, di cui però non c’è traccia tra i documenti sequestrati, e la cartella clinica sarebbe lacunosa in più parti.