Meeting. Contestatore: “Ce l’avevo con Mancino, non con Alfano”
26 Agosto 2009
di redazione
"Non ce l’avevo con Alfano, ma con Mancino". Sabatino Savaglio, l’uomo che stamattina al Meeting di Comunione e Liberazione (CL) di Rimini ha esposto uno striscione durante il confronto tra il ministro della Giustizia ed il vicepresidente del Csm, ha tenuto immediatamente a chiarire ai giornalisti il suo gesto di protesta.
Savaglio, calabrese di Cosenza e membro di CL, è un dirigente di una cooperativa per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta "Why not". "Un gruppo di magistrati – spiega ai cronisti – mi usa come carne da macello. Hanno chiesto il mio rinvio a giudizio senza che mi sia stato contestato alcun caso specifico".
E prosegue: "Mi hanno indagato in quanto ero sindaco supplente di una società, sapendo benissimo che con quell’incarico non avevo alcun potere. La verità e che mi indagano solo perché sono amico di Saladino ( l’ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria e tra i principali indagati dell’inchiesta "Why not", ndr). Il Csm non blocca il progetto di pm che fa carriera anche politica rovinando le persone e le proprie famiglie", ha concluso Savaglio.
A quanto pare, la Procura generale di Catanzaro ha chiesto per l’uomo il rinvio a giudizio per associazione a delinquere, peculato, abuso d’ufficio e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Secondo l’accusa, Saviglio avrebbe rivestito una carica solo formale in una delle società riconducibili a Saladino che per i magistrati, "erano destinate ad ottenere, con violazione delle legge penale, commesse da enti pubblici e ad operare in attività a ciò connesse".
L’udienza preliminare davanti al gup di Catanzaro che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio per Savaglio ed altri 97 imputati è fissata per il 5 ottobre.