Migranti, Avramopoulos: “L’Italia si tenga pronta, gli arrivi sono in aumento”

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Migranti, Avramopoulos: “L’Italia si tenga pronta, gli arrivi sono in aumento”

28 Aprile 2016

Il commissario europeo all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos, è a Catania per inaugurare, insieme con il ministro Alfano, la nuova sede della Task force di Frontex, in un incontro bilaterale con il commissario europeo per la Migrazione, Dimitris Avramopoulos, sui temi relativi alla migrazione e all’asilo, alla riforma del Regolamento di Dublino, alla Guardia costiera e di Frontiera europea e al Migration Compact.

E Alfano intervenendo ha chiarito: “Abbiamo la necessità che dall’Unione europea giungano interventi decisivi, siamo ad un bivio perché altrimenti l’Ue ha una prospettiva cupa e molto triste. All’inizio del 2014 in Italia c’erano dei punti deboli, tra questi il sistema di identificazione: adesso siamo al cento per cento di riconoscimenti. Anche le commissioni per il riconoscimento dello status di rifugiato politico adesso sono ad arretrati zero”  Per proseguire, poi: “I meccanismi dei rimpatri sono chiari  chi scappa da guerre o da persecuzioni sarà accolto, mentre chi non è in regola con le leggi europee sarà rimpatriato”. 

Degna di nota sono anche le osservazioni che Avramopoulos ha rilasciato a Repubblica. Chiedendo, anzitutto, all’Italia di farsi trovare pronta. Nel rispondere alle domande si sofferma sulla provenienza dei migranti che arrivano: per lo più nordafricani e egiziani.

Dall’inizio dell’anno il numero di arrivi registrati è tornato a salire. Da gennaio ci sono stati circa 25mila sbarchi e per questo all’Italia è chiesto che tutti gli hotspots siano funzionanti quanto prima, che gli arrivi vadano registrati e che vengano prese le impronte digitali. Ma soprattutto va riavviato il programma di rimpatrio volontario. Il commissario europeo, poi, in qualche modo, prova a sottolineare i progressi fatti dall’Italia, anche se aggiunge tutta una serie di “ma”.

Risponde alla domanda a proposito degli accordi di Dublino che dovrebbero restare validi. E anche nella pianificazione della riforma, il punto fermo resterà comunque l’impossibilità di non scegliere il Paese in cui si fa la domanda di asilo. Al fine di ottenere una più equa redistribuzione dei rifugiati.

La settimana scorsa il Consiglio ha approvato la proposta della Commissione per la costituzione di una Guardia di frontiera e una guardia costiera europea, e Avramopoulos si ferma a chiarirne lo scopo: servirà a rafforzare la capacità di uno stato nazionale di sorvegliare la propria frontiera esterna, che è anche una frontiera europea, ma senza sostituirla.

E per concludere aggiunge: “la Guardia europea di frontiera aiuterà gli stati membri in prima linea da un punto di vista sia finanziario sia operativo. Con il nuovo mandato, potrà avviare e finanziare operazioni di rimpatrio congiunte. Comunque gli Stati membri continueranno ad avere la responsabilità di valutare le domande di asilo, di adottare le decisioni di rimpatrio e anche di metterle in pratica. La Ue già fornisce supporto finanziario e logistico attraverso diverse strutture, e l’Italia ne è uno dei maggiori beneficiari. Dal 2014 ha già ricevuto 22 milioni di euro di finanziamenti di emergenza che vanno ad aggiungersi ai 600 milioni per far fronte alle sfide migratorie stanziati per il periodo 2014-2020. Con questi soldi l’Italia deve riavviare urgentemente il suo vasto programma di rimpatrio volontario e aumentare le sue capacità di ottenere i documenti per la riammissione nei Paesi terzi”.