Milano. Rinviata a giudizio segretaria che drogò il capo e lo accusò di stupro
08 Giugno 2010
di redazione
Il gup di Milano Chiara Valori ha rinviato a giudizio una donna che, quando era segretaria e assistente personale di un manager milanese, drogò il suo boss con un caffè ‘corretto’ con benzodiazepine, uno psicofarmaco, e inscenò un tentativo di stupro per accusare il capo.
La donna, Luisa V., accusata di una serie di reati, che vanno dalla calunnia, all’appropriazione indebita, alla truffa, fino allo stato di incapacità procurato mediante violenza, alle lesioni volontarie e al danneggiamento, è tuttora irreperibile. Non si è presentata all’udienza e il suo legale non sa dove si trovi. Per lei il processo comincerà il prossimo 6 ottobre davanti alla quarta sezione penale del Tribunale di Milano.
Nel settembre 2008, la donna era stata assunta dal manager, di 64 anni. La sera del 2 febbraio 2009 venne ritrovata dalla polizia nel suo ufficio, distesa sul pavimento con la camicia e il reggiseno tagliati e, poco distante, un paio di forbici insanguinate. Gli agenti controllarono l’edificio e trovarono il manager che vagava in stato confusionale. Entrambi vennero portati in ospedale e la segretaria a quel punto denunciò il suo ‘boss’.
Intanto, le analisi sul sangue ritrovato sulla scena della finta violenza accertarono che era di origine mestruale. E dagli accertamenti tossicologici sul manager si venne a sapere che quel giorno aveva ingerito uno psicofarmaco. L’uomo soffre in seguito di attacchi ischemici che gli causano brevi vuoti di memoria. Secondo l’accusa, la segretaria avrebbe approfittato proprio delle condizioni di salute del capo per raggirarlo. Quel giorno gli avrebbe portato un caffè con dentro un pò di gocce di psicofarmaco. Dai conti della società, poi, stando alle indagini, avrebbe fatto sparire 20mila euro.