Moto. Dramma in pista: Tomizawa muore travolto ma il GP va avanti

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Moto. Dramma in pista: Tomizawa muore travolto ma il GP va avanti

05 Settembre 2010

Un errore, la caduta e poi la tragedia. Shoya Tomizawa, 19enne pilota giapponese, è morto per le gravissime lesioni riportate nel terribile incidente avvenuto nella gara della Moto2 del Gp di San Marino.

Sul tracciato di Misano Adriatico, il nipponico ha perso il controllo della sua Suter nel corso del 12° giro. Ha messo le ruote su un cordolo ed è schizzato via mentre viaggiava ad una velocità ampiamente superiore ai 200 km orari. Alle sue spalle, il sammarinese Alex De Angelis e il britannico Scott Redding non hanno avuto il tempo di far nulla.

Tomizawa, vincitore quest’anno del Gp del Qatar nella gara inaugurale della nuova classe, è stato investito in pieno e i suoi due colleghi sono volati via. Redding se l’è cavata senza lesioni particolari, De Angelis non ha riportato nemmeno un graffio. Lo sfortunato giapponese è rimasto sull’asfalto, i soccorsi sono intervenuti è la gara è proseguita senza interruzioni fino al successo dello spagnolo Toni Elias. Niente bandiera rossa e niente sospensione, mentre Tomizawa veniva portato lontano dalla pista.

Nella concitazione, un addetto è inciampato nella ghiaia della via di fuga e per un istante ha perso la presa della barella. In ambulanza, i medici hanno provato a rianimare il pilota, in condizioni critiche per i traumi al cranio, al torace e alla regione addominale. Dal centro medico del circuito, verso le 13.40, l’ambulanza è ripartita verso l’ospedale di Riccione. Lì, alle 14.19, è stato dichiarato il decesso del giovanissimo centauro.

La drammatica notizia si è materializzata mentre migliaia di spettatori trepidavano per la gara della classe MotoGp, vinta dallo spagnolo Daniel Pedrosa davanti al connazionale Jorge Lorenzo e a Valentino Rossi.

"È stato un incidente terribile con lesioni terribili", ha detto visibilmente commosso il dottor Claudio Costa, responsabile della Clinica Mobile del Motomondiale. "È stato fatto un lavoro egregio al centro medico, in ambulanza e nell’ospedale di Riccione. Poi, Tomizawa ci ha lasciato alle 14.19", ha aggiunto.

Legittimo chiedersi se l’esposizione della bandiera rossa, con la conseguente sospensione della gara, avrebbe potuto agevolare l’opera dei soccorritori. "Bisognava esporre la bandiera rossa. Nella Moto 2 forse sono un po’ troppi", ha detto Rossi. Claudio Macchiagodena, responsabile medico del circuito, non ha mostrato dubbi. "La bandiera rossa non avrebbe dato nessun vantaggio, dal punto di vista medico non sarebbe cambiato nulla. Anzi, avrebbe provocato un ritardo", ha detto.

"La rianimazione è cominciata in ambulanza, dal punto di vista medico non c’è stato alcun ritardo. La bandiera rossa, ripeto, avrebbe comportato un rallentamento". Il paddock deve fare i conti con un’altra tragedia a soli 7 giorni dalla scomparsa di Peter Lenz, il 13enne che domenica scorsa a Indianapolis ha perso la vita in una gara di contorno.

La morte di Tomizawa riporta alla mente degli appassionati l’ultimo incidente mortale avvenuto in una gara del Motomondiale. Nel 2003 moriva un altro pilota giapponese, Daijiro Kato. A Misano, invece, la data del 5 settembre è sempre più sinonimo di dramma. Nel 1993, lo statunitense Wayne Rainey è caduto rimanendo paralizzato agli arti inferiori.