Myanmar. Sarebbe stato firmato ordine rilascio Aung San Suu Kyi, dubbi su data
12 Novembre 2010
di redazione
L’ordine di rilascio per Aung San Suu Kyi, la leader dell’opposizione birmana agli arresti domiciliari, sarebbe stato firmato dalle autorità militari. È quanto riferiscono notizie giunte dal Myanmar, citate dalle Bbc.
È stata segnalata un’accresciuta attività della polizia davanti alla casa di Yangon (ex Rangoon) dove la premio Nobel per la pace ha trascorso 15 degli ultimi 21 anni agli arresti domiciliari, ma al momento non vi è conferma ufficiale dell’imminente rilascio. Molti sostenitori di Suu Kyi si stanno radunando davanti alla sede della sua Lega Nazionale per la Democrazia, in attesa di poter festeggiare la liberazione. L’ultima condanna inflitta alla Signora, come viene affettuosamente e rispettosamente chiamata dai birmani, scade domani. Tuttavia si ritiene che Suu Kiy non accetterà il rilascio se sarà condizionato alla riununcia all’attività politica. "Non c’è una legge per trattenerla un altro giorno. Il suo periodo di detenzione scade domani e verrà rilasciata", ha detto ai giornalisti l’avvocato di Suu Kyi, Nyan Win.
Nei giorni scorsi aveva sottolineato che la sua cliente non avrebbe mai accettato una liberazione sottoposta a condizioni. Appena liberata, ha detto ancora il legale, Suu Kyi incontrerà il comitato centrale della Lega Nazionale per la Democrazia (Nld) e i giornalisti. L’attesa per la liberazione dell’icona della democrazia birmana, avviene dopo le elezioni di domenica scorsa, le prime degli ultimi 20 anni. I primi risultati assegnano la maggioranza nelle due camere al partito vicno alla giunta militare, l’Usdp. Al voto, giudicato una farsa a livello internazionale, non ha partecipato l’Nld. La giunta militare ha ordinato lo scioglimento dell’Nld, dopo che il partito ha deciso di boicottare il voto. Alle elezioni del 1990, il partito di Suu Kyi ottenne la maggioranza assoluta, ma i militari annullarono il risultato.
La giunta militare di Myanmar ha quindi confermato la decisione di rilasciare Aung San Suu Kyi, la leader dell’opposizione attualmente agli arresti domiciliari, ma la tempistica non è ancora stata decisa. È quanto spiega oggi una fonte del ministero dell’Informazione birmana, dicendo che "è in corso il piano per il rilascio di Suu Kyi, ma il giorno del suo rilascio non è ancora noto". A Myanmar, intanto, sono state rafforzate le miusre di sicurezza, ma non è chiaro se sia un provvedimento che vi di pari passo con il possibile ritorno il libertà di Suu Kyi o con le conseguenze delle elezioni di domenica, le prime in 22 anni, alle quali sono seguiti scontri tra esercito e ribelli.
Benjamin Zawacki, di Amnesty International, ha detto che è "perfetta" la scelta del regime di liberarla "quando non rappresenta più una minaccia elettorale per loro", i militari. Nonostante gli appelli internazionali per un suo rilascio, Zawacki ritiene che una decisione in tale direzione sarà presa solo se il generale Than Shwe crederà che sia nei suoi interessi. "Non credo la libereranno senza condizioni", ha proseguito Zawacki. E se queste condizioni saranno violate, Suu Kyi sarà nuovamente arrestata. Se la leader dell’Lnd sarà davvero rilasciata domani, una delle sue prime azioni sarà contestare la legittimità delle elezioni, ha detto Zarni.