Napolitano a Reggio Calabria. Trovata auto con armi ed esplosivo
21 Gennaio 2010
di redazione
Paura a Reggio Calabria. E’ stata trovata vicino all’aeroporto "Tito Minniti" un’auto con ordigni lungo la stessa strada che doveva seguire l’auto del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La scoperta è stata fatta durante i pattugliamenti predisposti per la visita del capo dello Stato, ma l’episodio non sarebbe da collegare alla visita del presidente, bensì a una banda di criminali che si sono sentiti in pericolo proprio per la presenza delle forze dell’ordine.
Secondo quanto si è potuto sapere, sono stati sequestrati due fucili a canne mozze, due pistole (una a tamburo e una semi automatica), esplosivo e benzina presenti nell’auto.
Il presidente della Repubblica si trova in visita nella città calabrese dove ha incontrato 3 degli immigrati rimasti feriti durante gli scontri di Rosarno. Il breve colloquio è avvenuto al termine degli incontri istituzionali in programma questa mattina in Prefettura a Reggio Calabria, poco prima di raggiungere il liceo artistico "Mattia Preti" dove si è tenuta la cerimonia per la Giornata della legalità.
Durante il suo discorso agli studenti di Reggio Calabria, Napolitano ha affermato che, per governare il fenomeno dell’immigrazione, occorrono ”ordine e legalità”. "Bisogna garantire i flussi di ingresso legale e lavorare per una effettiva integrazione degli immigrati – ha precisato Napolitano – e compito dello Stato è fornire risorse sufficienti”.
Su Rosarno il Capo dello Stato ha quindi aggiunto: "In quella città sono accadute cose brutte, pesanti. Uno scoppio di insofferenza che ha mostrato il peggio di ciò che si era accumulato nell’animo dei cittadini e degli immigrati. E’ nostra responsabilità collettiva non aver saputo prevenire. Ora dobbiamo evitare che si ripeta". Poi ha proseguito: "Quello che è accaduto a Rosarno non deve ripetersi mai più".
"Noi rappresentanti dello Stato non dobbiamo fare fugaci apparizioni in Calabria, ma sviluppare un impegno sistematico contro la ‘ndrangheta e per affermare la legalità", ha concluso il presidente della Repubblica.