Niente è più antidemocratico del democratico rispetto per Nasrallah
25 Luglio 2007
di redazione
Nasrallah è uno dei
personaggi più inquietanti del nostro tempo, perché la terribilità del suo
ruolo non trova riscontro conoscitivo nella mente europea, nella coscienza di
ciò che quest’uomo può fare e sta facendo. Perché, se l’Iran è il vertice
dell’organizzazione del terrorismo internazionale di marca sciita (con i suoi annessi
sunniti, come Hamas), gli hezbollah sono gli attivisti più significativi
dell’attacco all’Occidente.
Nasrallah ha molte mani: le tiene sulla situazione
libanese, minacciandone continuamente la democrazia con lo scopo di farne una
copia dell’Iran degli Ajatollah e una rampa di lancio per un continuo disordine
mediorientale; le tiene sulla Siria, con la quale è legato dal rifornimento di
armi che, secondo ciò che riporta lui stesso, è stato completato così da fare
di hezbollah un nemico di Israele “capace di colpirlo in ogni punto”;
oltretutto nell’intervista a Al Jazeera, Nasrallah ha rivelato che i siriani
all’inizio della guerra di un anno fa, minacciarono direttamente Israele di intervenire
se si fossero azzardati a farsi troppo avanti; hanno le loro mani su Hamas, che
aiutano ad armarsi, a esercitarsi a casa e all’estero, a stabilire la loro
linea.
Nasrallah si esprime senza remore, preferendo spesso atrocità antisemite
e antioccidentali, e tuttavia alcuni nostri politici vanno a trovarlo e lo
citano come legittimo rappresentante, democraticamente scelto, di una parte del
popolo libanese. La verità è che la parte del Libano che egli rappresenta è
quello che può trascinarlo con una rivoluzione estremista, e in parte lo ha già
fatto con la guerra, verso la completa rovina. Niente è più antidemocratico del
democratico rispetto per Nasrallah.
Hezbollah si riarma e aspetta il momento giusto per attaccare
Hezbollah ha
recuperato la sua piena capacità militare e ha rifornito interamente le sue
riserve di armi e missili dopo la fine della guerra in Libano dell’estate
scorsa. Lo ha rivelato la radio israeliana citando un alto funzionario del
ministero della Difesa.
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Il
funzionario ha anche aggiunto che la Siria sta trasferendo armi agli Hezbollah
nella piena consapevolezza dell’esercito libanese e dietro le spalle della
missione Unifil.
La stessa
fonte ha chiarito che Hezbollah non ha avuto interesse a riaccendere il
conflitto per il momento ma ha preferito un periodo di quiete per ricostruire i
siti da cui venivano lanciati i missili durante l’ultima guerra.
Lunedì
scorso, il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, si è rifiutato di rivelare se
i due soldati israeliani rapiti, Ehud Goldwasser e Eldad Regev siano ancora
vivi. “Il ministro degli Esteri francese ha voluto capire che i due soldati
sono vivi, ma la nostra gente tende a non rispondere a domande di questo tipo”,
ha detto Nasrallah in una intervista ad Al Jazeera. Il capo dei miliziani si riferiva ad
una recente dichiarazione in cui il ministro degli Esteri francese, Bernard
Kouchner, il quale, dopo aver incontrato esponenti di Hezbollah a Parigi, aveva
detto di aver “capito” che i soldati erano vivi.
Nasrallah ha
chiarito di essere il solo autorizzato a rilasciare dettagli di questo tipo e
ha aggiunto: “per ogni affermazione del genere noi possiamo ricevere qualcosa
in cambio e dunque non c’è motivo di dare informazioni gratis”.
Nella prima
parte della stessa intervista trasmessa domenica, Nasrallah ha annunciato che,
durante la guerra libanese, Hezbollah aveva la capacità di colpire qualsiasi
punto di Israele in ogni momento.
“Hezbollah aveva questa capacità durante l’ultima guerra – ha detto
ancora Nasrallah – e anche nei mesi di luglio e agosto del 2006, non c’era
luogo della Palestina occupata che noi
non potessimo colpire. E voglio sottolineare che abbiamo ancora questa
capacità”.
Dal Jerusalem
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