Niger. Uccisi i due francesi rapiti ieri a Niamey, fallito il blitz

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Niger. Uccisi i due francesi rapiti ieri a Niamey, fallito il blitz

08 Gennaio 2011

Due cittadini francesi, sequestrati ieri sera in un ristorante nel centro di Niamey da uomini "armati e col turbante" e che – secondo testimoni – "parlavano in arabo", sono rimasti uccisi oggi in un’operazione per liberarli.

Secondo il ministro della Difesa francese Alain Juppè i due hanno perso la vita durante una sparatoria tra i rapitori e le forze di sicurezza del Niger, "coordinate", "da elementi francesi nella regione". Secondo fonti militari citate dalla Reuters, sono invece stati "giustiziati dai terroristi" dopo l’intervento di teste di cuoio francesi.

È il secondo tentativo fallito di liberazione di ostaggi da parte di forze francesi nella regione africana del Sahel, dopo quello dello scorso luglio – insieme a unità mauritane – che ha causato l’uccisione dell’ingegnere di 78 anni Michel Germaneau. Solo oggi pomeriggio il presidente Nicolas Sarkozy aveva confermato il rapimento dei due francesi, senza fornire le loro identità. Il gestore del ristorante ha detto all’Afp che uno risiedeva a Niamey, "lavorava per una Ong" e "doveva sposarsi il 15 gennaio con una cittadina del Niger".

Il secondo era arrivato nella capitale come invitato al matrimonio. Il gruppo dei rapitori, "quattro", era stato subito individuato e la guardia nazionale del Niger – ha spiegato il ministro in un comunicato – "li ha inseguiti per impedire che raggiungessero una zona rifugio". Giunti nei pressi della frontiera con il Mali le unità del Niger "coordinate da elementi francesi presenti nella regione, hanno intercettato i terroristi e ne hanno neutralizzati alcuni". "Al termine dell’operazione – prosegue il comunicato – sono stati trovati i corpi senza vita dei due ostaggi".

Il sequestro dei due francesi è il primo avvenuto nella capitale del Niger e non è stato finora rivendicato. Ma nella vasta area fra il sud dell’Algeria, il Niger, il Mali e la Mauritania è attiva da circa tre anni Al Qaida nel Maghreb Islamico (Aqmi) che ha detenuto – agendo insieme a bande di ribelli e predoni della regione – diversi ostaggi occidentali, quasi tutti rilasciati dopo lunghe trattative. Due i casi – entrambi di ostaggi rapiti in Niger e portati poi in Mali – con un tragico epilogo: nel giugno 2009 è stato ucciso il britannico Edwyn Dyer.

Nel luglio 2010 è stato ucciso sempre dall’Aqmi il francese Germaneau, per "vendicare" i miliziani uccisi giorni prima in un raid franco-mauritano. Nel Mali erano stati portati anche i coniugi italiani Cicala, rapiti in Mauritania nel dicembre 2009, finiti nelle mani dell’Aqmi, e liberati poi nell’aprile 2010. Nata nel gennaio 2007 dall’algerino Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento (Gspc), che a sua volta alla fine degli anni ’90 raccolse l’eredità del sanguinario Gruppo islamico armato (Gia), l’Aqmi è guidata da Abu Mussab Abdel Wadud. Responsabile di sanguinosi attentati in Algeria, il gruppo ha dal 2009 diradato gli attacchi per intensificare il "business" dei sequestri.