No del Senato alle mozioni Pd-Idv sulle dimissioni di Cosentino

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No del Senato alle mozioni Pd-Idv sulle dimissioni di Cosentino

25 Novembre 2009

Il Senato ha detto no alle mozioni presentate da Pd e Idv che chiedevano le dimissioni da sottosegretario di Stato per l’Economia e le Finanze di Nicola Consentino, accusato di concorso in associazione di stampo camorristico.

Il documento presentato dal Partito democratico chiedeva al Governo di "invitare Cosentino a rassegnare le dimissioni da sottosegretario all’Economia": su 283 votanti, i sì sono stati 116, i no 165, 2 gli astenuti. Il testo dell’Italia dei Valori invece chiedeva all’Esecutivo di "avviare immediatamente le procedure di revoca della nomina a sottosegretario" di Cosentino. Su 282 votanti, i sì sono stati 95, i no 170, gli astenuti 17. I Radicali, eletti nelle liste del Pd, non hanno partecipato al voto sulla mozione dei Democratici, mentre si sono astenuti su quella dell’Italia dei Valori, contro la quale hanno votato i senatori dell’Udc, firmatari invece del documento del Pd. Non ha partecipato ad entrambe le votazioni il senatore del Pd Pietro Marcenaro.

Parere contrario alle mozioni è stato espresso dal Governo per bocca del sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo. "Credo vadano rappresentati in questa sede – ha spiegato – due aspetti. Il primo è la presunzione di non colpevolezza. L’altro è quello della valutazione, che non può essere di tipo personalistico. Deve trattarsi di una valutazione istituzionale che il Governo deve compiere tenendo conto del principio di non colpevolezza, della necessità che la Giunta per le Autorizzazioni a procedere della Camera dei deputati e della valutazione che la Camera di appartenenza farà dell’iniziativa giudiziaria. Questa è la regola nel rapporto istituzionale tra Governo e Parlamento, tra Governo e singoli suoi componenti". "E non abbiamo timore che nell’area casertana vi sia quell’appannamento dell’azione del Governo proprio per l’azione che l’Esecutivo ha svolto in quell’area. Mi riferisco – ha aggiunto – alla legislazione antimafia e anticamorrista che ha approvato in questo anno e mezzo di legislatura". "Credo che con questo spirito, che è uno spirito laico e istituzionale, il Governo non possa non rassegnare un parere contrario ad entrambe le mozioni", ha concluso il sottosegretario Caliendo.

Per il presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario, si è trattato di un voto con cui "il centrodestra difende la casta". "Autorevoli esponenti del Pdl – aggiunge – ritengono Cosentino non più candidabile alla presidenza della Regione Campania però difendono la sua appartenenza all’Esecutivo, infliggendo così un’altra ferita alla credibilità delle istituzioni italiane. È una vera vergogna!".

"C’è chi sceglie Spatuzza e Abu Omar, noi scegliamo la legalità repubblicana e per questo votiamo no alle vostre mozioni". Così il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri ha spiegato durante il suo intervento al Senato il rifiuto del Governo ad accettare la mozione Pd-Idv sulle dimissioni di Cosentino. Significative anche le parole del vicecapogruppo al Senato Gaetano Quagliariello quando ha dichiarato di fronte a tutti i senatori presenti: "Non ci piegheremo al tentativo di trasformare l’Italia nella Repubblica dei pentiti. Ci siamo battuti perché non fosse l’iniziativa di qualche magistrato politicizzato a sovvertire la volontà del popolo sovrano; a maggior ragione impediremo che a stabilire chi abbia titolo e chi no a far parte del Governo del nostro Paese siano le parole di un pentito". "Non ci nascondiamo dietro un dito: oggi – ha aggiunto Quagliariello – stiamo vivendo le prove generali per l’entrata in scena di Gaspare Spatuzza, che l’intensificarsi del rullo dei tamburi e l’iper-attivismo dei corifei annidati in alcune Procure e in alcune redazioni di giornali preannunciano come imminente. Se consentiamo che sia Gaetano Vassallo a decidere che Nicola Cosentino non può sedere fra i banchi del Governo, cosa diremo al nostro popolo, al popolo italiano, quando altri pentiti, da altri palazzi di giustizia, cercheranno di riscrivere la storia del nostro partito, la storia del nostro leader, la storia del nostro Paese? Respingiamo le mozioni dell’opposizione convintamente, anche per non rinunciare alla speranza di lasciare ai nostri figli un Paese finalmente normale", ha concluso il vicecapogruppo al Senato.