Nobel. La moglie di Xiaobo obbligata dalla polizia a lasciare Pechino

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Nobel. La moglie di Xiaobo obbligata dalla polizia a lasciare Pechino

09 Ottobre 2010

Da ieri sera non si hanno notizie di Liu Xia, la moglie del premio Nobel per la pace Liu Xiaobo, che si trova in carcere nel nordest della Cina.Secondo quanto si è potuto sapere, la polizia cinese l’ha obbligata a lasciare Pechino. Si teme che la donna possa esser stato portata a 500 km dalla capitale, nella città di Jinzhou, nel nord est del paese, dove si trova in carcere il marito.

La polizia, ha detto all’emittente Radio Free Asia, "mi aspetta fuori mentre raccolgo le mie cose". È stata la stessa Liu Xia a riferire che sarebbe stata portata a Jinzhou, aggiungendo di temere di essere sottoposta ad arresti domiciliari. "Mi hanno detto che potrò vederlo domani", ha comunque spiegato. Il dissidente Wang Jinbo, da parte sua, sul sito di messaggi Internet Twitter ha citato il fratello di Liu Xiaobo, il quale avrebbe riferito che Liu Xia sarebbe già in viaggo di Jingzhou "accompagnata dalla polizia".

Ieri sera Liu Xia, sempre su Twitter, aveva affermato la sua contrarietà a spostarsi a Jinzhou, mentre un gruppo di un centinaio di sostenitori si erano riuniti fuori dal complesso residenziale in cui abita la moglie del premio Nobel.

Non risulta che Liu Xiaobo abbia ancora saputo di aver ricevuto il prestigioso riconoscimento per il suo "decennale impegno pacifico e non violento per la difesa dei diritti umani in Cina". Dissidenti e amici della coppia che risiedono a Pechino affermano che oggi non sono stati in grado di parlare con la donna che ieri è riuscita sporadicamente a contattare familiari e giornalisti.

Liu Xia ha detto ieri di essere felice di potere abbracciare il marito e di comunicargli la buona notizia ma di ritenere che le autorità volessero allontanarla dalla capitale per impedirle di aver contatti con la stampa internazionale.

Il governo di Pechino ha condannato la decisione di assegnare il Nobel a Liu Xiaobo che, afferma, è un "criminale condannato dalla giustizia cinese".