Nucleare. La Cina contraria a rafforzare le sanzioni contro l’Iran
24 Settembre 2009
di redazione
La Cina ritiene che un rafforzamento delle sanzioni economiche non sia il modo adatto per convincere l’Iran a rinunciare al suo programma nucleare. "Noi pensiamo che le sanzioni e la pressione non siano il modo adatto a risolvere i problemi e non aiutino gli sforzi diplomatici in corso sul dossier nucleare iraniano", ha detto la portavoce del ministero degli esteri cinese Jiang Yu in una conferenza stampa a Pechino.
Ieri i sei Paesi (5+1) che conducono le trattative con Teheran – i cinque membri permanenti del consiglio di sicurezza dell’ Onu (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia) più la Germania – hanno affermato in un comunicato congiunto diffuso a New York che l’Iran deve dare alle loro recenti proposte "una risposta seria" entro il primo ottobre. Jiang ha aggiunto che Pechino "spera che tutti i protagonisti colgano l’occasione" per rilanciare le trattative diplomatiche.
Il ministro degli esteri britannico, David Miliband, ha parlato a nome dei sei sottolineando che il gruppo "accoglie la nuova politica degli Stati Uniti" e si aspetta "una risposta seria" dall’Iran. Il segretario di Stato Hillary Clinton, parlando dopo Miliband, ha sottolineato che nei confronti di Teheran rimane in vigore "il doppio binario": dialogo e sanzioni, in base alle risposte della repubblica iraniana. "Dipende dalla risposta di Teheran, ora tocca a loro decidere", ha detto la Clinton.