Nucleare. L’Iran riconosce all’AIEA: “Abbiamo un secondo impianto segreto”
25 Settembre 2009
di redazione
L’Iran ha un secondo impianto nucleare per l’arricchimento dell’uranio. È quanto rivela una lettera che alcuni diplomatici iraniani, rimasti anonimi per questioni di riservatezza, hanno consegnato al direttore dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (Aiea), Mohamed El Baradei. Lo riferisce oggi l’emittente al-Jazeera.
Secondo fonti diplomatiche, il direttore generale della Aiea, Mohamed El Baradei, pochi giorni fa avrebbe ricevuto una lettera dalla Repubblica islamica che conteneva l’ammissione dell’esistenza di un impianto finora sconosciuto, ma non sono stati dati altri dettagli sull’informativa.
L’Iran aveva già denunciato l’impianto di Natanz per l’arricchimento dell’uranio, all’interno del quale sono attive centrifughe di nuova generazione capaci di arricchire l’uranio con una capacità di cinque volte superiore a quella delle centrifughe standard precedentemente in uso.
L’impianto di Natanz è da tempo sotto la stretta sorveglianza degli ispettori dell’Aiea, anche se Teheran ha sempre sostenuto che il suo programma atomico è di natura pacifica. Nelle scorse ore Mohammed Saeedi, vice capo dell’Organizzazione per l’energia atomica iraniana, ha rivelato inoltre che "è in fase di progettazione" anche il secondo impianto nucleare iraniano, una centrale da 360 megawatt che si aggiungerà a quella da 1.000 megawatt di Bushehr.
"Siamo nella fase di progettazione dell’impianto nucleare. Gradualmente questa fase sarà completata e inizieremo la realizzazione", ha affermato Saeedi che ha aggiunto: "Il sito dell’impianto è già stato scelto". Le autorità iraniane hanno reso noto che il progetto della centrale di Bushehr è stato completato per il 96 per cento, mentre la fase premilinare del nuovo impianto, che sorgerà nell’area di Darkhovin, nel sudest del Paese, è già stata avviata nei primi mesi del 2009.
L’impianto di Bushehr, che al momento ha una capacità di 1.000 megawatt, raggiungerà una capacità di 20.000 megawatt entro il 2020, grazie all’impegno della Russia che ha fonito all’Iran il carburante necessario alla messa in attività dell’impianto. Una notizia questa che, se confermata, non contribuisce a creare un clima favorevole in vista del vertice del prossimo primo ottobre in Svizzera, dove si incontreranno una delegazione del governo iraniano e i rappresentanti del gruppo di contatto 5+1, ovvero i Paesi membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu più la Germania. Il vertice in programma è un incontro preliminare che servirà a comprendere se l’Iran è disposto ad avviare un vero e proprio negoziato sul suo programma nucleare.
La comunità internazione ritiene che gli scienziati di Teheran stiano lavorando a un programma per la costruzione di armi nucleari. Anche per questa ragione, l’Iran è stato sanzionato dalla comunità internazionale per essersi rifiutata di sospendere l’attività di arricchimento e per non essersi resa disponibile a chiarire i sospetti sugli scopi della sua attività nucleare.