Obama dice no allo “Scudo spaziale” e abbandona Polonia e Repubblica Ceca
17 Settembre 2009
di redazione
Il presidente Obama ha annunciato che gli Stati Uniti rivedranno il piano di difesa missilistica (BMD) da schierare in Polonia e Repubblica Ceca, messo a punto dalla amministrazione Bush. Questo non vuol dire che rinunceranno allo "Scudo Spaziale" ma cambierà la location dei sofisticati sistemi radar e delle basi di missili intercettori che originariamente dovevano essere posizionati in Europa Orientale. Secondo alcuni esperti, sul lungo periodo i missili dovrebbero essere "ospitati" nei Balcani e in Turchia o nelle navi da guerra americane nel Mediterraneo. Per adesso, la notizia è che Obama rinuncia allo Scudo.
"Il presidente Bush era nel giusto quando diceva che il programma nucleare militare iraniano pone una seria minaccia", ha detto il presidente ai reporter riuniti alla Casa Bianca. Ma la natura cangiante della minaccia iraniana (che non è fatta solo di missili a lungo raggio ma anche a breve e medio raggio) ha spinto l’amministrazione democratica "verso un nuovo approccio". Approccio che ovviamente, non è piaciuto affatto ai governi ceco e polacco che vedevano nello Scudo americano un potente argine all’espansionismo russo. Obama dal canto suo ha riaffermato che ci sono "profondi e duraturi rapporti" con gli alleati cechi e polacchi e che in ogni caso l’America rispetterà l’Articolo V della Nato che prevede che un attacco contro uno dei membri dell’Alleanza venga considerato come un attacco contro l’intera Alleanza.
Commenti di tutt’altro genere quelli della Russia che, per bocca del suo ministero degli esteri, ha definito "buone notizie" quelle provenienti da Washington. Secondo alcuni osservatori, il venir meno dello Scudo in Europa Orientale potrebbe essere una carta diplomatica da giocare con il Cremlino, per spingerlo a fare pressioni su Teheran e magari ad adottare nuove sanzioni contro la Repubblica Islamica. Eppure il rappresentante della commissione affari esteri della camera alta del parlamento russo, Mikhail Margelov, commentando che "Si tratta di un altro segnale positivo che riceviamo da Washington e che contribuisce a rendere il clima davvero positivo", ha espresso comunque seri dubbi sul fatto che la decisione presa da Obama possa davvero spingere Mosca a rafforzare le sanzioni contro l’Iran e il suo programma nucleare.