Obama, Zucconi e la “Generazione Frankenstein”

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Obama, Zucconi e la “Generazione Frankenstein”

14 Agosto 2009

In America un gruppo di studenti bianchi, gialli e neri, si è unito per rifiutare ogni “denominazione per razza”. In sociologia la chiamano generazione multirazziale. Loro, scherzando, si rifanno al mito di Frankenstein e prendono a modello Obama. Ma è una storia che lascia a dir poco interdetti sul prodotto finale.

Un tempo si aspirava ad avere almeno un quarto di nobiltà. Oggi se non puoi vantare almeno due o tre razze nel tuo albero genealogico non sei al passo coi tempi. Questo il senso dell’indagine pubblicata da Repubblica, intitolata “Orgoglio meticcio” e accompagnata da un epico editoriale di Vittorio Zucconi in cui tra molto altro si legge: “Uomini e donne multietnici portano con orgoglio il volto del mondo com’è, e come sempre più sarà”.

Tra le icone del nuovo movimento c’è, ovviamente, Obama, mentre Repubblica correda il pezzo con la foto dell’attore Keanu Reeves: “il bello di Hollywood che è un misto anglo-cinese-hawaiano-libanese”. Ma gli studenti e i professori che affollano le lezioni universitarie sulla società multirazziale hanno anche un altro modello, e qui viene il bello. Perché si parla di Frankenstein, anzi della “Creatura” nata dall’esperimento del dottor Victor von Frankenstein.

Così come lo scienziato protagonista del celeberrimo romanzo ridà la vita a un corpo morto, cucendo tra loro pezzi di cadaveri sottratti nei cimiteri, allo stesso modo la “Generazione Obama” si sente un miscuglio di razze diverse, un crogiuolo in cui le differenze si annullano generando una Creatura che è insieme cento, mille e nessuna razza contemporaneamente.

A noi però questa generazione incute una leggera inquietudine: l’esperimento del dottor Frankenstein è una metafora prometeica, una storia in cui gli uomini sfidano le leggi di Dio e della Natura. Generalmente in vicende come questa le cose si mettono sempre male per lo sfidante: la Creatura si ribella al suo creatore e quest’ultimo soccombe. Che poi è proprio quello che vorrebbero i “multirazziali”: bianchi, neri e gialli, spariranno di fronte al Grande Neutro.

Non è chiaro però cosa accadrà dopo. Di certo c’è solo che da quando Obama è diventato presidente degli Usa molte cose sono cambiate, soprattutto nelle opinioni sugli Stati Uniti del corrispondente di Rep. che, quest’anno più che mai sfoggerà la sua abbronzatura, per emulare il suo nuovo modello e tentare un riscatto razziale anche solo dal punto di vista del colore della pelle. Per chi come noi è stato da sempre con gli americani dovrebbe trattarsi di una mezza vittoria. Mezza, perché se prima leggendo un editoriale di Zucconi ci sentivamo colpiti e indignati ora ci sentiamo male per la troppa nauseante melassa.