Ocse: “Pil italiano calerà del 4,8% quest’anno e crescerà dell’1,1% nel 2010”

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Ocse: “Pil italiano calerà del 4,8% quest’anno e crescerà dell’1,1% nel 2010”

19 Novembre 2009

Il Pil italiano calerà del 4,8% quest’anno per poi tornare a crescere dell’1,1% il prossimo e dell’1,5% nel 2011. È la stima dell’Ocse nell’Economic Outlook. In Italia, afferma l’Ocse, l’attività ha ripreso nel terzo trimestre, con il miglioramento delle condizioni finanziarie che ha "aiutato a ricostituire la fiducia e spingere la domanda interna". Ma secondo l’Organizzazione "sia il timing sia la forza della ripresa sono incerte".

In Italia il rapporto deficit/pil dovrebbe attestarsi al 5,5% nel 2009 e tornare così sopra la soglia del 3% prevista dal Patto di stabilità e di crescita dopo il +1,5% del 2007 e +2,7% del 2008. Nel 2010 dovrebbe attestarsi al 5,4% per poi scendere al 5,1% nel 2011. È quanto prevede l’Ocse. Dopo un periodo di risanamento dei conti pubblici, rileva l’organizzazione internazionale, "il governo si è astenuto di lanciare un piano di rilancio di grande ampiezza mentre la crisi stava peggiorando". Nonostante la flessione delle entrate, sottolinea l’Ocse, il controllo delle spese "sembra aver mantenuto il deficit strutturale nei limiti fissati dal governo nel suo budget del 2009".

Tuttavia, il rapporto deficit/pil in Italia "sarà superiore al 5% del pil" nel 2009 e il rapporto debito/pil "si attesterà intorno ai 115% da qui alla fine dell’anno" per poi "raggiungere i 120% entro il 2011". Questi ultimi anni, osserva l’Ocse, "sono stati caratterizzati da un miglioramento della disciplina fiscale e da un minor ricorso a delle misure una tantum e gli sforzi per la lotta all’evasione fiscale stanno proseguendo". Il budget 2010 "integra un più incisivo" risanamento dei conti pubblici ma "tenuto conto della debolezza della crescita economica il deficit rischia di diminuire ben poco". L’obiettivo di risanamento a medio termine, rileva ancora l’Ocse, "richiede una nuova azione incisiva nel 2011, che in parte abbiamo integrato nelle previsioni partendo dall’ipotisi che le disposizioni legislative dell’anno prossimo seguiranno le grande linee del piano triennale".

Lo scudo fiscale varato in Italia dovrà restare una misura eccezionale. In Italia, si legge, "c’è stato un miglioramento dell’adesione agli obblighi tributari e minor ricorso alle misure una tantum negli ultimi anni e gli sforzi contro l’evasione continuano". Tuttavia, secondo l’Ocse, l’introduzione dello scudo fiscale "dovrebbe esser visto dai contribuenti come una misura eccezionale" perchè "altrimenti i contribuenti potrebbero concludete che ulteriori amnistie fiscali sono probabili". Lo scudo fiscale che deve favorire il ritorno dei capitali dall’estero "dovrebbe essere considerato dai contibuenti come una misura eccezionale, considerati gli impegni quasi universali di trasparenza in materia di scambi di informazioni fiscali recentemente presi". Il rischio, se lo scudo non fosse considerato come una misura eccezionale, "è che i contribuenti possano concludere che altre ammnistie fiscali sono probabili".