Olanda. Cade il governo per mancato accordo su missione in Afghanistan
20 Febbraio 2010
di redazione
Il governo olandese del premier Jan Peter Balkenende è caduto nella notte dopo che i due principali partiti della coalizione al potere non sono riusciti a giungere ad un accordo sul prolungamento della missione militare olandese nella provincia afghana dell’Uruzgan. Lo ha annunciato lo stesso primo ministro, dopo 15 ore di colloqui nell’esecutivo, protrattisi fino a tarda notte.
La Nato aveva chiesto all’Olanda di "investigare la possibilità di una permanenza più lunga in Afghanistan" per i circa 2.000 militari olandesi dispiegati nell’Uruzgan, lasciando un contingente fino ad agosto 2011 (la missione al momento deve finire ad agosto 2010, con il ritiro completato entro dicembre). La richiesta di prolungamento della missione, sostenuta dal centrodestra dei cristiano democratici di Balkenende (Cda), ha trovato la ferma opposizione del ministro delle Finanze Wouter Bos e del suo partito laburista (PvdA), una delle tre forze al potere, che ha chiesto la fine della missione in Afghanistan nei tempi prefissati.
Su questo "no" dei laburisti, alla fine è caduto il governo (entrato in carica tre anni fa). Le elezioni politiche potrebbero essere tenute già questa primavera. Ma anche dopo il voto, potrebbe risultare difficile formare un nuovo governo. I sondaggi indicano che l’esecutivo avrebbe bisogno del sostegno di quattro o cinque partiti in parlamento, che ha 150 seggi. Il vero vincitore delle elezioni, sempre secondo i sondaggi, potrebbe essere il Partito della Libertà di Geert Wilders, formazione di destra anti-immigrati, che potrebbe diventare il maggior partito in Parlamento o, nel peggiore dei casi, il secondo.
I laburisti potrebbero conquistare più seggi grazie alla loro posizione sull’Afghanistan, ma questo potrebbe non bastare alla formazione di un governo di sinistra. Quanto alla missione olandese in Afghanistan, la caduta del governo Balkaende porterà con ogni probabilità alla sua conclusione nei termini previsti. Anche il Partito della Libertà è contrario alla permanenza dei soldati.