Omicidio Claps. Elisa fu uccisa: venne ferita e poi soffocata
03 Aprile 2010
di redazione
Gli investigatori hanno un quadro chiaro: il 12 settembre 1993, giorno della sua scomparsa, Elisa Claps salì nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza insieme al suo assassino. Ci fu un tentativo di violenza sessuale, la ragazza reagì, l’omicida prima la ferì a una spalla con un’arma da taglio e poi la soffocò fino alla morte.
A quasi tre settimane dal ritrovamento ‘ufficialè del cadavere, quello del 17 marzo, cominciano a essere fugati alcuni dei dubbi che fanno da cornice a questo giallo di provincia. Gli inquirenti della Procura di Salerno e gli uomini della Squadra mobile di Potenza ritengono che Elisa, all’epoca 16enne, andò all’ultimo piano della canonica in compagnia del suo aggressore. Nella parte centrale del sottotetto ci fu l’aggressione, probabilmente a sfondo sessuale, e il ferimento a una spalla, forse con un taglierino.
L’ipotesi si basa su un rilievo osseo nella parte posteriore del costato. Per ora, l’anatomopatologo Francesco Introna, che lo scorso 23 marzo, a Bari, ha eseguito l’autopsia, «non si esprime». Lo farà nella relazione da consegnare alla Procura di Salerno, che attende risposte definitive anche sul soffocamento, che, tuttavia, appare sicuro. Andrà chiarito anche se il cadavere di Elisa è stato trascinato o sollevato fino all’angolo destro del sottotetto dove è stato ritrovato il 17 marzo da alcuni operai, chiamati a risolvere un’infiltrazione d’acqua.
Ma, in quella calda mattina di settembre di 17 anni fa, chi è salito sul sottotetto con Elisa? Chi è il suo assassino? I sospetti sono tutti per Danilo Restivo (all’epoca ventunenne, che ha ammesso di aver parlato con Elisa quella mattina dietro l’altare e poi di averla accompagnata con lo sguardo fino all’uscita della chiesa). La soluzione potrebbe arrivare dai risultati dall’autopsia. Certo è che l’unico indagato (per violenza sessuale, omicidio e occultamento di cadavere) è proprio Restivo, che ha comunicato la sua disponibilità al prelievo del dna. Sul potentino, oggi 38enne, cittadino inglese, residente a Bournemouth, nel Dorset, pende un altro terribile sospetto, quello che sia lui l’assassino di Heather Barnett, sarta di 48 anni, seviziata nella sua abitazione (che si trova di fronte a quella di Restivo) il 12 novembre 2002.
La magistratura inglese, sollecitata da Scotland Yard, ha inviato una nota scritta ai magistrati di Salerno per valutare particolari utili anche per far luce sulla morte della donna inglese. Gli inquirenti italiani hanno inoltre delineato quello che è successo tra fine gennaio e inizio febbraio scorsi: don Vagno, giovane viceparroco brasiliano della chiesa del centro storico potentino ritrovò il cadavere ma non avvisò nessuno, neanche il vescovo di Potenza, monsignor Agostino Superbo.
Il sacerdote di 31 anni fu informato da una donna delle pulizie del ritrovamento di uno scheletro. In un interrogatorio fatto dopo il 17 marzo, don Vagno ha ammesso di non aver collegato subito i resti umani alla scomparsa di Elisa Claps e di aver anche controllato gli occhiali, poi riposti davanti al cadavere. Questa versione smentisce quindi chi aveva visto in un "segno" lasciato dall’assassino l’aver chiuso con delicatezza gli occhiali, resi famosi dalle numerose foto mostrate dalla famiglia di Elisa in questi 17 anni. E, intanto, domani non sarà celebrata la Messa di Pasqua nella chiesa della Trinità, posta sotto sequestro giovedì sera.
Martedì la Polizia scientifica dovrebbe fare nuovi esami, ma gli accertamenti sul materiale trovato nel sottotetto (anche un materassino e una brandina, che però erano distanti dal cadavere) potranno essere effettuati solo in nuovo incidente probatorio, alla presenza dei consulenti delle parti, quindi di Restivo, l’indagato, e della famiglia Claps, la parte offesa.