Omicidio del piccolo Tommy. Alessi accusa l’ex compagna: “Sapeva tutto”
17 Settembre 2009
di redazione
"Lei sapeva tutto, è sempre stata presente e da subito era d’accordo". Sono pesanti le accuse che Mario Alessi, condannato in primo grado per il sequestro e l’omicidio del piccolo Tommaso Onofri, avvenuto il 2 marzo del 2006, muove contro la ormai ex compagna, Antonella Conserva, pure condannata in primo grado a 30 anni di reclusione per il suo coinvolgimento nel sequestro.
Ma non è tutto. Alessi chiama anche in correità la mamma di Conserva, Cosima Faggiano, e il fratello della ex compagna, Giancarlo. Della prima sostiene che fosse venuta a conoscenza di quanto avvenuto in un momento successivo; al secondo, invece, attribuisce un ruolo anche nella organizzazione del sequestro.
Alessi, dunque, cambia completamente la tesi da sempre sostenuta, ovvero la totale estraneità di Antonella Conserva, ora la chiama in causa attribuendole addirittura un ruolo di primo piano.
Sono due le ragioni addotte per giustificare la sua decisione a questo punto dell’iter giudiziario. Innanzitutto, spiega Alessi, in due diverse circostanze era stato costretto dalla mamma di Conserva a prestare un giuramento sul figlio Giuseppe che non avrebbe mai rivelato il coinvolgimento nè della compagna, nè del fratello, nè il fatto che anche la suocera fosse a conoscenza dei fatti. La seconda ragione, invece, risiede nel fatto che sia Conserva, sia la mamma lo avrebbero minacciato con ripetute lettere di non fargli mai più rivedere il bambino. Di qui, dunque, la decisione di coinvolgerle.
Tra l’altro, chiarisce l’imputato, proprio in carcere un prete gli avrebbe spiegato che un giuramento fatto su una falsità non ha valore, di conseguenza lo avrebbe potuto disattendere. Alessi, in particolare, rispondendo alle domande degli avvocati di parte e del procuratore generale, circostanzia e chiarisce le situazioni in cui Antonella Conserva sarebbe stata presente e attiva nella organizzazione del sequestro, e in particolare le attribuisce un ruolo fondamentale nella decisione di chiedere il riscatto alla famiglia Onofri, nonostante il bambino fosse morto.
Intanto, gli avvocati difensori di Antonella Conserva, già condannata per il suo coinvolgimento nel sequestro del piccolo Tommaso Onofri in primo grado, hanno annunciato oggi, in occasione della seconda udienza in Corte d’Assise d’Appello a Bologna, una dichiarazione spontanea dell’imputata.