Ora ci sono i soldi del Pnrr quindi facciamo le riforme



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Ora ci sono i soldi del Pnrr quindi facciamo le riforme

Ora ci sono i soldi del Pnrr quindi facciamo le riforme

05 Febbraio 2023

Centralizzare il Pnrr a Palazzo Chigi e trattare con Berlino e la Ue per rinegoziarlo resta la bussola del Governo. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza conteneva le misure economiche per rilanciare l’economia italiana dopo la pandemia. Ma tutto si è complicato con la congiuntura economica negativa aperta dalla guerra in Ucraina. Così diventa fondamentale non perdere il treno delle risorse Ue ma ricalibrarle in progetti infrastrutturali collegati al tema delle riforme strutturali che ancora mancano al nostro Paese. Ricordiamo che il Recovery per l’Italia prevede una combinazione di risorse nazionali, prestiti dell’Unione europea e investimenti privati. Gli obiettivi sono accelerare la crescita economica dell’Italia, creare posti di lavoro e migliorare il tenore di vita dei cittadini.

Pnrr, Berlino e Chigi

Il Piano, dicevamo, va avanti su due binari. Speriamo paralleli. Ottenere nelle trattative con Berlino e l’Europa che il recovery per l’Italia sia rinegoziato. Centralizzare la gestione del piano a Palazzo Chigi rispetto al Mef. Il primo punto andrebbe chiuso al prossimo consiglio europeo. Con l’Italia che potrebbe aprire sul fondo sovrano europeo appoggiando le proposte per togliere troppi vincoli sugli aiuti di stato ai Paesi più grandi. Ottenendo in cambio più flessibilità nella gestione dei fondi che il nostro Paese non riesce completamente a usare. Sul secondo fronte invece sta arrivando il decreto che è destinato a creare una nuova struttura di controllo del Piano a Palazzo Chigi, per la gestione e il controllo dei progetti. Insomma il governo centralizza la gestione dei 200 miliardi di euro previsti per l’Italia dal Recovery.

Il Piano nazionale e le riforme

Il Pnrr continua a prevedere un insieme di investimenti multimiliardari per aumentare la produttività, modernizzare le infrastrutture del Paese e sostenere la digitalizzazione e le iniziative verdi. Gli elementi chiave sono gli investimenti nelle infrastrutture digitali come le reti 5G e Internet ad alta velocità. Il sostegno alla transizione verso un’economia verde attraverso investimenti in energie rinnovabili. Trasporti sostenibili ed edifici ad alta efficienza energetica. Ancora rafforzare la competitività delle piccole e medie imprese. Sviluppare nuove competenze e programmi di formazione per i lavoratori per sostenere la transizione verso un’economia digitale. Riformare la pubblica amministrazione per migliorare l’efficienza e ridurre la burocrazia.

Resta aperto, però, il cantiere delle riforme che il nostro Paese ha legato a quei fondi e a quei prestiti. Si diceva che le riforme non venivano mai fatte in Italia perché non c’erano soldi. Ora i soldi ci sono ma le riforme?