Pacchi bomba. Gasparri e Cicchitto: “Di Pietro capo del network di odio”

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Pacchi bomba. Gasparri e Cicchitto: “Di Pietro capo del network di odio”

27 Marzo 2010

"Come abbiamo già avuto modo di denunciare, subito dopo l’attentato contro Berlusconi a Milano, in un dibattito Parlamentare alla Camera, esiste nel nostro Paese un network dell’odio, che ha in Di Pietro la sua punta di diamante e di cui si vedono oggi i nuovi effetti". Ad affermarlo il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto commentando il ritrovamento di una lettera indirizzata al premier con un proiettile dentro e l’esplosione di una busta indirizzata alla Lega Nord. Nella vicenda, un funzionario delle poste di Linate è stato investito da una fiammata, ma non è grave.

"In generale, queste minacce provengono da ambienti quali quelli dei sostenitori del noto frequentatore di criminali della ‘Ndrangheta o della Bulgaria, Antonio Di Pietro" aggiunge il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri che chiosa: "Un personaggio che vediamo ritratto costantemente nel tempo in compagnia di delinquenti. Ma neanche questo fatto ci impressiona".

Immediata la replica del leader dell’Italia dei Valori. "Accusare le opposizioni di essere il mandante dei pacchi bomba è regime", risponde Di Pietro dal suo blog agli esponenti della maggioranza che lo accusando di aver mosso chi ha mandato i pacchi bomba di questi giorni. "Nella caserma dei Carabinieri qui vicina – spiega Di Pietro – c’è un pacco di denunce di minacce che ho ricevuto. Neanche lo dico che le ricevo, quelle minacce. Ma mai mi permetterei di dire che le minacce me le manda Gasparri… Non mi verrebbe mai in mente! Tutte le minacce sono da condannare politicamente, ma dire che io ne sia il mandante non è solo una scorrettezza o un abuso di parole ma una offesa alla intelligenza di chi ascolta".

Nel botta e risposta è intervenuto anche il presidente della Camera Gianfranco Fini che, esprimendo la condanna più ferma contro gli episodi di violenza che si sono verificati oggi a Milano, ha sottolineato che tali episodi "puntano a creare un clima di odio e di intolleranza alla vigilia di un importante appuntamento elettorale per il Paese". Fini ha quindi auspicato che "tutte le forze politiche respingano con forza e intransigenza ogni tentativo volto a turbare la vita democratica e la dialettica politica".

"A 25 anni dall’assassinio di Ezio Tarantelli – ricorda invece il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi – oggi il clima di odio che favorisce l’atto criminale non si è esaurito nel nostro Paese, come dimostrano le minacce e i pacchi bomba di queste ultime ore". "Bisogna ricordare sempre che nel clima di odio politico si inseriscono e si alimentano anche gli atti criminosi", ha proseguito il ministro, ricordando l’assassinio dell’economista da parte delle Br avvenuto nel 1985.