Pakistan. E’ salito a 70 il numero delle vittime del doppio attentato talebano
21 Agosto 2008
di redazione
E’ salito a 70 morti il bilancio del doppio attentato suicida a Wah, a nord di Islamabad, in Pakistan, davanti ai due ingressi di una fabbrica di armi. Lo ha fatto sapere una fonte medica locale. L’attentato è stato rivendicato da un portavoce dei talebani.
"L’attentato è stato perpetrato da due uomini che si sono fatti esplodere davanti a due ingressi della fabbrica di armi durante un cambio turno del personale" ha spiegato Nasir Durrani, il capo della polizia di Taxila – importante sito archeologico nei pressi di Wah – dove è avvenuto l’attentato, (circa 35 chilometri a nord della capitale Islamabad). Situata nella provincia di Punjab, Wah è una città strategica normalmente controllata da imponenti sistemi di sicurezza in quanto sede di un importante complesso industriale per la produzione di armi convenzionali e munizioni.
La gran parte delle vittime è composta da impiegati della fabbrica, che dipende dal ministero della Difesa. Lo ha detto al telefono all’agenzia France Presse, Riaz Hussain, uno dei dipendenti scampati all’agguato.
L’attentato è stato immediatamente rivendicato da un portavoce del Movimento dei talebani del Pakistan (TTP, considerata vicina ad Al-Qaida) Maulvi Umar. Il TTP ha anche minacciato nuovi
agguati mortali nelle grandi città del paese, compresa Islamabad, se l’esercito non cesserà di condurre operazioni militari nelle zone tribali, in particolare al confine con l’Afghanistan: interpellato dalla Bbc, Maulvi Umar ha dichiarato che l’attentato è la risposta all’uccisione di donne e bambini nell’area tribale
di Bajaur.
Si tratta del secondo agguato mortale messo a segno in Pakistan da quando Pervez Musharraf ha rassegnato lunedì scorso le sue dimissioni da presidente, sull’onda della minaccia di una procedura di impeachment. Lunedì stesso un altro kamikaze si era fatto esplodere nei pressi un ospedale nel distretto di Dera Ismail Khan uccidendo 23 persone.
L’attentato suicida di oggi è solo l’ultimo di una lunga scia di violenza portata avanti dai guerriglieri legati ai talebani che in un anno hanno causato la morte di oltre mille persone.
La fragile coalizione di governo – ora alle prese con il dopo Musharraf – ha recentemente lanciato un’offensiva dell’esercito, su pressione di Washington, proprio nelle zone di confine con l’Afghanistan per stanare i miliziani. Alti responsabili delle forze di sicurezza pachistane hanno fatto sapere che rappresaglie da parte dei guerriglieri sono "inevitabili".
Fonte: Apcom