Pakistan. Islamabad ribadisce le proteste contro i raid aerei americani

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Pakistan. Islamabad ribadisce le proteste contro i raid aerei americani

03 Novembre 2008

Primi incontri oggi a Islamabad per il generale David Petraeus, responsabile del comando centrale americano, nell’ambito della visita in Pakistan iniziata ieri.

Il nuovo responsabile, che da pochi giorni ha assunto la guida del comando centrale americano da cui dipendono anche le operazioni nel paese, si è recato nella capitale per incontrare responsabili della leadership militare e politica.

Secondo le prime informazioni, i leader pachistani hanno subito affrontato il problema del lancio di missili americani nel nord-ovest del suo territorio, oltre la frontiera con l’Afghanistan, chiedendone la sospensione perchè potrebbero provocare un’ondata di violenza interna.

A partire dal 13 agosto, infatti, ben 18 missili sparati da droni e attribuiti a forze americane dispiegate in Afghanistan hanno colpito presunte postazioni di talebani e di militanti legati alla rete di Al-Qaida nelle zone tribali del nord-ovest.

Lo stesso presidente Asif Ali Zardari ha definito controproducenti "i frequenti attacchi condotti da droni perché potrebbero generare sentimenti antiamericani e provocare un’ondata d’indignazione e di violenza nella popolazione". Inoltre, ha proseguito, "provocano perdite di vite, sono difficili da spiegare da parte di un governo democraticamente eletto e, quindi, creano un difetto di credibilità".

Ma la protesta dura fin dallo scorso 29 ottobre quando l’ambasciatrice americana a Islamabad, Anne Patterson, era stata convocata dal ministero degli esteri pachistano per ricevere una protesta formale. Nella più recente, del 31 ottobre, il Pakistan aveva contestato l’uccisione di 32 insorti.

Dall’incontro con il ministro della difesa pachistano, Chaudhry Ahmad Mukhtar, le due parti hanno però ribadito l’impegno e "la necessità di un aumento della cooperazione per eliminare le radici del terrorismo".