Pakistan. Violenze a Karachi, almeno 80 morti da lunedì

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Pakistan. Violenze a Karachi, almeno 80 morti da lunedì

05 Agosto 2010

Tensione alle stelle a Karachi, dove non accennano a placarsi le violenze. Almeno altre 31 persone sono state uccise a colpi d’arma da fuoco nelle ultime ore nella città portuale del Pakistan meridionale, dove l’escalation di tensione ha già provocato 80 morti da lunedì. È quanto si legge sul quotidiano locale The Nation.

Teatro degli omicidi mirati sono state diverse zone del principale centro economico del Pakistan, dove continuano anche gli atti vandalici contro negozi e auto. Epicentro delle violenze è da giorni la zona di Orangi Town, dove domina la popolazione di lingua urdu, circondata però dai pashtun. Nelle violenze sono rimaste ferite oltre 150 persone e tra i morti vi sono diversi attivisti politici. A Karachi si registrano spesso tensioni tra gli attivisti politici di diverso schieramento e violenze interetniche. Questa volta a innescare le violenze è stata l’uccisione, lunedì, di Raza Haider, parlamentare dell’Assemblea provinciale del Sindh ed esponente del Muttahida Quami Movement (Mqm). Il movimento ha subito puntato il dito contro il Partito nazionale Awami (Anp) per l’omicidio di Haider e le accuse sono state respinte dai leader della formazione politica.

L’Mqm è al governo nel Sindh grazie alla coalizione con il Partito del popolo pakistano (Ppp). Per l’ondata di violenze sono state arrestate più di un centinaio di persone. Secondo il ministro dell’Interno Rehman Malik, negli incidenti sono coinvolti il gruppo Tehreek-i-Taliban Pakistan (Ttp, i Talebani) e gli estremisti di Sipah-i-Sahaba.