Palermo. Giallo sull’identità del bandito Giuliano

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Palermo. Giallo sull’identità del bandito Giuliano

28 Febbraio 2011

E’ un giallo sempre più intricato quello su Salvatore Giuliano, il bandito di Montelepre (Palermo) morto il 5 luglio 1950 a Castelvetrano, nel trapanese.

Non è bastato il test del Dna estratto dal cadavere riesumato lo scorso ottobre dal cimitero di Montelepre per accertare se effettivamente il corpo che giace nel cimitero da cinquant’anni sia quello del bandito. È stata la Procura di Palermo a  far riesumare il cadavere dopo una denuncia presentata da uno studioso che poneva dei dubbi sulla identità del cadavere. I medici legali che hanno eseguito degli accertamenti hanno depositato oggi al procuratore aggiunto Antonio Ingroia la conclusione della comparazione del Dna del cadavere riesumato con quello del nipote Giuseppe Sciortino, figlio della sorella di Giuliano, l’unico parente stretto ancora in vita.

Giuliano era un bandito a capo di un gruppo di separatisti come colonnello dell’EVIS (Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia) attivo a partire dalla fine del secondo conflitto mondiale.  Gli obiettivi dell’EVIS erano da un lato il sabotaggio del governo italiano con azioni di guerriglia, dall’altro di imprimere al processo indipendentista siciliano una soluzione repubblicana.