Pd. Primarie a Milano, è testa a testa tra Pisapia e Boeri
14 Novembre 2010
di redazione
Chiusi alle 20 i 128 seggi dai quali uscirà il nome del candidato sindaco del centrosinistra, inizia l’attesa per i primi risultati presso la sede del comitato organizzativo delle primarie in via Pergolesi 15.
A un’ora dalla chiusura dei seggi è testa a testa tra Giuliano Pisapia e Stefano Boeri quando sono stati scrutinati 32 seggi (il 25%, pari a 8870 votanti): 3929 voti per Pisapia e, uno in meno, cioè 3928 per Boeri. Seguono Valerio Onida, con 920 voti, e Michele Sacerdori, con 84 voti. Per il momento, nessuna scheda contestata e 15 schede tra le nulle e le bianche.
"Comunque vada, grazie a tutti". È questo il primo commento di Stefano Boeri, candidato del Pd alle primarie per la scelta del candidato sindaco a Milano, postato dopo la chiusura dei seggi sul suo profilo Facebook. Gli exit poll davano Boeri in svantaggio rispetto a Giuliano Pisapia.
L’avvocato, ex parlamentare del Prc, avrebbe raccolto un consenso compreso nella forbice tra il 43 e il 47%, mentre il suo diretto concorrente, l’architetto Stefano Boeri, sostenuto dal Pd, sarebbe fermo tra il 37 e il 41% dei voti. Anche se il distacco è assai cospicuo, il margine di errore della ricerca compreso in una forbice del 2% potrebbe teoricamente riservare sorprese che solo lo spoglio dei voti, atteso in tarda serata, potrà dissipare. Di sicuro gli altri due sfidanti, Valerio Onida e Michele Sacerdoti non hanno chances per ribaltare le proiezioni: il presidente emerito della Corte Costituzionale ha raccolto tra il 13 e il 15% dei voti, mentre l’outsider Michele Sacerdoti non ha superato il 2%.
La vittoria di Pisapia, che arriva nel giorno in cui Silvio Berlusconi ha ufficializzato con un "in bocca al lupo" la ricandidatura di Letizia Moratti durante una convention del Pdl proprio a Milano, è destinata a creare un terremoto nel Pd. Come Nichi Vendola, che non a caso è venuto a Milano per tirargli la volata, anche Pisapia è riuscito a battere il candidato scelto dal Pd, Stefano Boeri, coinvolgendo il popolo delle primarie. "Le primarie sono il metodo per individuare il candidato destinato alla sconfitta", è stato il commento del governatore lombardo Roberto Formigoni. Eppure Pisapia, candidato poco affine all’elettorato moderato, potrebbe dare filo da torcere a Letizia Moratti, a maggior ragione se la sua vittoria aprisse al centro lo spazio per la candidatura "terzista" dell’ex sindaco Gabriele Albertini.
Per tutta la giornata l’affluenza nei 128 seggi è stata sostenuta, superiore a quella della consultazione del 2006. E il flusso lento e continuo di elettori della mattina si è intensificato all’ora di pranzo e a metà pomeriggio quando sono comparse le prime file. Come ormai consuetudine le primarie sono state l’occasione per vedere sfilare alcuni dei nomi più importanti della borghesia milanese di area progressista. Sono arrivati ai seggi l’ex numero uno di Unicredit Alessandro Profumo con la moglie Sabina Ratti, il patron dell’Inter Massimo Moratti, gli architetti Gae Aulenti e Vittorio Gregotti, l’ex presidente della Consob Guido Rossi, l’editore Alessadro Dalai, il premio Nobel Dario Fo con la consorte Franca Rame.
A riprova della tensione accumulata in due mesi di campagna, nemmeno a urne aperte si sono placati gli screzi tra i candidati e, soprattutto, tra i rispettivi staff. Motivo del contendere la presunta violazione del "silenzio elettorale2 su Facebook, che il consigliere comunale del Pd Davide Corritore, sostenitore di Giuliano Pisapia, ha denunciato dopo aver letto appelli al voto sulla fan page di Stefano Boeri e, in seguito, anche sulla pagina del Pd nazionale. La polemica ha innescato acerrimi scambi di battute tra gli internauti; ma tutto è rientrato quando dai social network sono stati tolti i post datati 14 novembre.