Pdl. Assenti Fini e Schifani. Di Pietro: “Discorso da vero e proprio ducetto”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Pdl. Assenti Fini e Schifani. Di Pietro: “Discorso da vero e proprio ducetto”

29 Marzo 2009

È durato un’ora il discorso conclusivo del premier Silvio Berlusconi al congresso del Pd. Il premier, attorniato da tutti i dirigenti del Popolo delle libertà, ha chiuso sulle note dell’Inno alla gioia e subito dopo dell’Inno italiano. Poco prima è avvenuta la nomina dei tre cordinatori del nuovo partito: Ignazio La Russa, Denis Verdini, e Sandro Bondi. E’ stata confermata quindi la consacrazione del cosiddetto triumvirato che guiderà il nuovo soggetto unitario del centrodestra con una formuna così tanto inedita come inusuale: "Vi nomino tutti missionari della libertà impegnati a vincere le elezioni amministrative ed europee e a far radicare il partito nelle scuole, nei luoghi di lavoro e in tutto il Paese". 

In chiusura di intervento il Cavaliere ha quindi chiamato sul palco accanto a sé l’ufficio di presidenza del partito, i governatori, i capigruppo alle Camere, il vice presidente della commissione Ue, il Sindaco di Roma, i coordinatori e anche il coro. Infine, ha detto, "vorrei qui le nostre ‘dame’ " e accanto al presidente del Consiglio appaiono Mara Carfagna, Mariastella Gelmini, Stefania Prestigiacomo e Giorgia Meloni.

I grandi assenti sono stati il presidente della Camera Gianfranco Fini e il presidente del Senato Renato Schifani. La seconda e terza carica dello Stato hanno però seguito la diretta dell’evento dalle proprie abitazioni. In particolare, il presidente del Senato ha visto alla televisione l’intervento di Berlusconi dalla sua casa di Palermo, dove si è recato per festeggiare il compleanno della moglie, signora Franca. Secondo quanto si è appreso, il presidente del Consiglio era a conoscenza del fatto che Fini e Schifani avrebbero seguito il suo intervento dalle rispettive abitazioni.

Immediate le prime reazioni del mondo politico. Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, ha apprezzato in particolare il passaggio politico sulle riforme. "Il presidente ha detto che le riforme devono essere fatte e che noi l’avevamo fatte e che poi sono state cancellate dai governi successivi – continua Formigoni -. Giustamente il premier ha detto che le riforme sono necessarie ed è auspicabile che l’opposizione non stia sempre su no pregiudiziali".

Della stessa opinione è Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera: "Nasce per la prima volta una formazione unita di tutto lo schieramento di centrodestra, che mette assieme destra democratica, moderati, riformisti, uno schieramento interclassista che copre largamente il centro e lascia pochissimi spazi all’estrema destra. Una formazione articolata al suo interno, che ha piena libertà di dibattito, che ha una leadership molto chiara, che ha in Gianfranco Fini una personalità di grande rilievo. Dopo di che tutto l’impegno è sul governo e sulla riforma delle istituzioni, anche perchè quello consente di superare la polemica tra la capacità decisionale dell’esecutivo e le funzioni e il ruolo del Parlamento, che deve velocizzarsi per rispondere alle esigenze della situazione attuale".

Una provocazione la lancia invece Roberto Menia, parlamentare di An, che, lasciando la Fiera di Roma, ha dichiarato ai giornalisti: "È stato un intervento didascalico. Ho apprezzato molto ieri Fini che aveva lanciato una serie di sollecitazioni alle quali immaginavo che il presidente del Consiglio avrebbe risposto oggi. Forse le avremo domani…". La replica viene da Benedetto Della Vedova, deputato del Pdl, che sulle critiche del presidente della Camera al biotestamento e il successivo silenzio di Berlusconi afferma: "Il silenzio di Berlusconi sul tema del testamento biologico ha confermato il carattere aperto ed inclusivo del Pdl e ha fatto saltare lo schema del ‘bipolarismo etico’ (o del vero e proprio ‘scontro di civilità’) cui alcuni avrebbero voluto ancorare le posizioni del partito sui temi della biopolitica – aggiunge -. Dopo l’intervento di ieri di Gianfranco Fini, le profonde parole del neo-coordinatore nazionale Sandro Bondi, che ha messo la sua autorevolezza al servizio della ricerca di un alto e onorevole compromesso sulla materia del fine vita, riaprono la discussione sul ddl Calabrò, in vista del suo esame alla Camera dei Deputati".

Sono state durissime invece i commenti dalle file dell’opposizione. Il primo tra tutti è stato Antonio Di Pietro: "Da Berlusconi un tipico discorso da vero e proprio ducetto: vuole azzerare la Costituzione e diventare il padre padrone della sua nuova azienda ‘Italia’ ". "Berlusconi – sostiene Di Pietro – propone la riforma dei regolamenti parlamentari al solo fine di eliminare definitivamente quel che lui considera un inutile ingombro, ossia l’opposizione. Pretende – aggiunge – che vengano dati maggiori poteri al premier, cioé a lui, così avrà mano libera su quello che lui percepisce come una zavorra: la democrazia". "Insomma – conclude il leader dell’Idv – dopo il controllo dell’informazione, l’attacco all’indipendenza della magistratura, l’indebolimento del sindacato, ecco il potere assoluto, ultimo tassello per il compimento del piano di rinascita democratica della P2, di cui Berlusconi è un noto affiliato".

Per Fassino il premier ha deluso i nodi posti da Fini nel suo intervento di ieri e sottolinea che sarà proprio su questi argomenti che l’opposizione "incalzerà il centrodestra come lo incalzeremo soprattutto sulla crisi e sulle risposte ad essa perché finora le risposte del governo sono state inadeguate".