Per Repubblica il Vaticano fa notizia solo se boccia il governo

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Per Repubblica il Vaticano fa notizia solo se boccia il governo

04 Luglio 2009

Venerdì, nel giorno dell’approvazione definitiva del "pacchetto sicurezza", quai tutti i giornali hanno dato il massimo rilievo alle dichiarazioni di Mons. Marchetto, segretario del pontificio consiglio per i migranti, il quale aveva detto che la legge appena varata avrebbe portato "molto dolore". Quasi tutti i giornali avevano titolato senza esitazioni: "Il Vaticano boccia la legge".

Il gorno dopo, sabato, il Vaticano, attraverso il prtavoce della sala stampa potificia, ci tiene a far sapere che sull’argomeno non è stata presa alcuna posizione ufficiale e che Mons. Marchetto parla a titolo personale. "Il Vaticano boccia la legge" era dunque un titolo sbagliato, fuorviante, al punto che la Chiesa ci ha tenuto a smentirlo.

Chi più chi meno, i giornali ha dato evidenza alla notizia, che obiettivamente ha un certo peso: il Vaticano non perde tempo a smentire ogni cosa che viene scritta dalla stampa. Il titolo in prima pagina di Repubblica di sabato invece non registra il alcun modo l’accaduto. Anzi fa finta che nulla sia accaduto.

Queste le varie parti della titolazione. Occhiello: "Il ministro dell’interno sminuisce le posizioni della Chiesa" (In effetti le ha sminuite la Chiesa stessa con la sua precisazione). Titolo: "Immigrati, scontro Maroni-Vescovi" (sarebbe stati più giusto dire "Scontro Maroni-Vescovo). Sommario: "Le critiche, solita liturgia. La Cei: non c’è solo l’ordine pubblico".

Insomma, all’interno di un apparato titiolistico piuttosto ricco, Repubblica non trova spazio per inserire neppure un parola che testimoni lapresa di distanza del Vaticano dalle parole di Marchetto. Solo il lettore volenteroso che si avventuri nella lettura dell’articolo scoprirà a un certo punto che "Il Vaticano non ha fatto nessuna critica ufficiale al ddl del governo".

Non c’è che dire, bella prova di giornalismo acrobatico.

Quanto poi alle dichiarazioni della Cei che ha sostenuto giustamente che il fenomeno dell’immigrazione non si risolve solo con misure di ordine pubblico e che hanno, queste si, attirato l’attenzione di Repubblica, si potrebbe solo aggiungere che il governo ha approvato un "pacchetto sicurezza" e non un "pacchetto immigrazione" e che nessuno onestamente affermare che in quel contesto il fenomeno andasse ignorato.

Un’ultima considerazione: è davvero strana questa frenesia dei tanti che per mesi hanno evocato l’equazione "vatican-talilban" e che oggi pendono dalle labbra di qualsiasi vescovo nella speranza di ottenere una sana condanna del governo. E la paura dell’ingerenza dov’è finita?