Perché Veltroni non nomina mai il Cav.
31 Marzo 2008
di redazione
Walter Veltroni si è imposto il vezzo di non pronunciare mai
il nome di Berlusconi in campagna elettorale. Ricorre a tutte le parafrasi
possibili, ma ostentatamente evita il nome proprio. Vorrebbe che questa scelta fosse intesa come una svolta positiva: la fine dell’anti-berlusconismo
insultante che caratterizzava la retorica di sinistra.
Ma non è così: si tratta invece di una scelta odiosa e tracotante, tesa a deumanizzare l’avversario, a cancellarne identità e caratteristiche
personali. E’ una trovata da bassifondi della psico-politica, indegna dell’immagine
cristallina che Veltroni vuole trasmettere di sé e rivelatrice invece della sua
vera indole fatta di piccole e grandi cattiverie, di calcoli e di astuzie.
Veltroni si illude che nel vuoto creato dall’assenza del
nome dell’avversario gli italiani possano riversare i loro odi e le loro paure:
ognuno le sue, ognuno le peggiori, risparmiando a lui la fatica di sporcarsi le
mani. Ma non funziona così.
Quello che spaventa gli italiani è che possono sentirsi ripetere il nome di Veltroni
anche cento volte al giorno, ma il vuoto resta lo stesso.