Petrolio da record tocca 117,6 dollari al barile
21 Aprile 2008
di redazione
Il petrolio torna ad aggiornare i
massimi storici dopo che alcuni membri dell’Opec hanno
confermato che non c’è bisogno di aumentare la produzione.
“È necessario che i prezzi
petroliferi siano relativamente stabili a livelli accettabili sia per
i consumatori che per i produttori. Prezzi del petrolio troppo alti
pesano sull’economia mondiale, specie sui paesi più poveri, con un
costo, diretto e indiretto, per l’economia mondiale stimabile in 500
miliardi di dollari ogni 10 dollari di aumento del prezzo del
barile”. Ad affermarlo, intervenendo all’Ief, è il presidente del
Consiglio, Romano Prodi.
L’oro nero
continua a segnare nuovi rialzi sulla scorta degli acquisti speculativi
legati ai problemi di produzione incontrati in Nigeria e
alla decisa fermezza dell’opec a non aumentare la
produzione.
Sul circuito del Nymex la consegna maggio sul Wti guadagna
lo 0,36% a 117,11 dollari/barile dopo avere
toccato un nuovo massimo di 117,60. A Londra il future
giugno sul brent spunta lo 0,41% a 114,39 dopo un nuovo top
a 114,86.
Prodi ha evidenziato come, in tutti gli scenari
considerati, “la quota dei combustibili fossili rimarrà
preponderante (84%). Il fatto che ci siano risorse di petrolio e gas
sufficienti non basta. Queste devono essere sviluppate, prodotte,
trasportate e trasformate”. “Sappiamo – sottolinea ancora – che il petrolio
rimarrà il principale carburante fossile (32% al 2030) e siamo
consapevoli che continuerà il trend di concentrazione delle riserve e
della produzione (si prevede che la quota Opec aumenti dal 42% al 52%
al 2030)”.
È auspicabile, rileva Prodi, “poter contare sulla
lungimiranza dei maggiori paesi produttori e sul fatto che
continueranno ad assicurare l’offerta necessaria, rafforzandola anche
con gli investimenti da parte delle compagnie internazionali”.