Piazza Fontana. Napolitano: “Non tutto è chiaro, recuperare la verità”
07 Dicembre 2009
di redazione
La strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969 ci ha consegnato "una lezione che non dobbiamo mai dimenticare, ci insegna che dobbiamo evitare che in Italia i contrasti e le legittime divergenze possano sfociare in tensioni tali da minacciare la vita civile". Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano incontrando, alla prefettura di Milano, i familiari delle vittime delle stragi terroristiche.
"Mi auguro che quello che avete vissuto poi diventi parte della coscienza nazionale, la riflessione è necessaria perché non tutto quello che è avvenuto nella nostra società è chiaro e limpido", ha aggiunto il presidente della Repubblica. Napolitano ha aggiunto che sarà "sempre vicino e solidale" con i familiari delle vittime e che "bisogna operare per recupare ogni elemento di verità".
"Ammiro il vostro impegno, la vostra tenacia in questi 40 anni, la passione civile, l’impegno che mostrate per alimentare la memoria collettiva e la riflessione, due cose alle quali l’Italia e la coscienza nazionale non possono abdicare. Comprendo il peso che la verità negata rappresenta per ciascuno di voi, un peso che lo Stato italiano porta su di sé". "La riflessione – ha aggiunto il capo dello Stato – è necessaria perché ciò che è avvenuto nella nostra società non è del tutto chiaro e limpido e non è del tutto stato maturato. Vi sarò sempre vicino. Vi rinnovo solidarietà e ammirazione".
Napolitano ha sottolineato che questo incontro è la continuazione ideale del suo impegno, avviato il 9 maggio scorso al Quirinale, con la celebrazione della seconda giornata della memoria delle vittime delle stragi e del terrorismo, incontro nel quale riuscì a ottenere la presenza della vedova del commissario Luigi Calabresi e della vedova dell’anarchico Pino Pinelli, che davanti a lui si scambiarono una stretta di mano in segno di conciliazione. "Il mio impegno è quello di chiedere giustizia per tutte le vittime del terrorismo, non solo nelle sedi giudiziarie ma riparazione alla Nazione. Il 9 maggio ho voluto trasmettere questo mio sentimento. Ho parlato della strage di Piazza Fontana e ho voluto ascoltare le vostre voci. È importante – ha detto riferendosi alla stretta di mano tra Gemma Calabresi e Licia Pinelli, quest’ultima presente in prefettura – conoscere il vostro sentimento per riavvicinare due persone che hanno rappresentato in modo emblematico la drammaticità di quegli eventi".
"Mi chiedo se in altri paesi fatti come quelli vissuti in Italia tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’80, quelli del terrorismo prima subdolo e poi ideologicamente dichiarato, si siano verificati. Credo si possa dire che molti paesi abbiano consolidato la loro democrazia passando attraverso drammi simili. Si può dire anche per gli Stati Uniti, dove c’è stato l’assassinio del presidente e ancora non tutte le ombre su quel delitto sono state dissipate. Ma nulla di tutto ciò può togliere a noi la drammaticità della ferita inferta dal terrorismo, che ha lasciato interrogativi angosciosi e una lezione da seguire per evitare i fatti di cui voi conservate i segni della sofferenza".
Il capo dello Stato ha quindi concluso il suo intervento con questo monito: "Dobbiamo sempre evitare che in Italia la dialettica fra le parti politiche e sociali, i legittimi contrasti, le comprensibili divergenze, diano luogo a una tale esasperazione dei rapporti politici e istituzionali, a un accumularsi e manifestarsi di tensioni da minacciare lo svolgimento pacifico della vita civile. Questo ci dice la strage di piazza Fontana. Una lezione da non dimenticare mai".