Pirateria. La Somalia non userà la forza per liberare il Buccaneer
10 Giugno 2009
di redazione
La questione della pirateria è stato al centro delle discussioni di diversi incontri internazionali che vedono l’Italia in primo piano. Si è tenuto oggi il meeting di due giorni del gruppo di contatto internazionale per la Somalia alla Farnesina. Dopo aver espresso la gratitudine della Somalia per il ruolo importantissimo della presenza militare internazionale nel Golfo di Aden, l’inviato dell’Onu ha definito "molto fruttuosa" l’incontro di oggi.
Il premier somalo Omar Abdirashid Ali Sharmarke ha assicurato che il governo sta lavorando "anche insieme alle autorità locali" per una soluzione della crisi. Ma le autorità somale hanno tenuto a ribadire che, per liberare il rimorchiatore italiano Buccaneer, non verrà utilizzata la forza "perché la situazione è diversa da quella della nave americana o di quella francese. A bordo della nave italiana ci sono 16 membri dell’equipaggio e molti pirati". A bordo della Buccaneer assaltato dai pirati lo scorso 11 aprile al nel Golfo di Aden ci sono infatti dieci marinai italiani.
Nel frattempo, il leader libico Muammar Gheddafi ha annunciato che il suo Paese presto presenterà una risoluzione alle Nazioni Unite perché "la Libia vuole aiutare la comunità internazionale a risolvere il problema della pirateria nelle acque somali". In una dichiarazione alla stampa al Quirinale dopo il colloquio con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Gheddafi ha spiegato che "siamo in procinto di presentare una bozza per risolvere questo problema, perché sia rispettata la zona economica somala e perché in cambio i somali interrompano gli atti di pirateria".
Per il leader libico le origini del fenomeno vanno ricercate nella "lacerazione dello Stato somalo" e proprio per questo la risoluzione sarà "presentata agli italiani, agli europei e alla comunità internazionale durante l’assemblea generale dell’Onu del prossimo settembre".
"Il coordinamento internazionale sul versante del contrasto alla pirateria è ancora molto, molto carente". È quanto ha rilevato il ministro della Difesa Ignazio La Russa, a margine della festa della Marina militare celebrata oggi a Civitavecchia a bordo della portaerei Cavour. "Stiamo studiando il modo per rendere più efficace questa azione di controllo e intervento", ha sottolineato il titolare della Difesa, spiegando che "occorre poi capire come l’Italia possa inserirsi in questo contesto più di quanto già non stia facendo".
La Russa ha ricordato che, al momento, nel contrasto alla pirateria sono state poste in atto "iniziative parallele, complementari, divergenti". "Ma manca un vero coordinamento di tutto ciò che oggi è in mare per contrastare la pirateria", ha rimarcato il ministro, confermando che l’Italia "ha già mandato una seconda nave" nel Corno d’Africa, la "San Giorgio", che svolge attività di sorveglianza e si coordina con la nave "Maestrale" impegnata nella missione "Atalanta". La Russa ha ribadito che si tratta di "un problema per noi molto importante e prioritario. Ma – ha aggiunto – credo che non possa essere affrontato se non a livello di organismi internazionali".
"Tra le molteplici missioni svolte dalle unità navali italiane – ha detto in precedenza il ministro nel suo discorso sulla portaerei Cavour per la festa della Marina militare – voglio evidenziare quella della lotta alla pirateria, fenomeno che, come è noto, ha visto recentemente una clamorosa recrudescenza, in particolare al largo delle coste del Corno d’Africa e nel Mare Arabico". "Le unità italiane, nell’ambito dell’operazione ‘Atalanta’ – ha proseguito La Russa – sono intervenute in molte occasioni sventando numerosi assalti a navi mercantili di vari Paesi e conseguendo importanti successi nel contrasto a questa pericolosissima forma di criminalità internazionale".
"Garantire la libertà e la sicurezza delle vie di comunicazione marittime", ha aggiunto La Russa, "assicurando così l’arrivo di merci e materie prime essenziali, è compito precipuo della Marina. Oggi il 90% del commercio mondiale transita sul mare, una via ritenuta a ragione la più conveniente per economicità, flessibilità e ridotto impatto ambientale. Vale ancora oggi il detto attribuito da Plutarco, nelle sue ‘Vite parallele’, a Temistocle: ‘Chi ha il dominio del mare ha il dominio di tutto’".