Prima di Venezia, Chavez è stato in tour nei Paesi dell’Asse del Male
09 Settembre 2009
di redazione
È come la vecchia canzone country “Lookin’ for love in all the wrong places”, vai in cerca dell’amore in tutti i posti sbagliati. (Oppure, come diceva Eddie Murphy in uno dei suoi classici sketch del Saturday Night Live, “wookin pa nub”.) Sembra che sia proprio questo ciò che ha fatto il presidente venezuelano Hugo Chávez nell’ultima settimana, durante un giro di 11 giorni che lo ha portato in Russia, Bielorussia, Siria, Algeria, Libia e Iran. Può darsi che sono posti sbagliati solo se li guardiamo dal punto di vista degli Stati Uniti. (Dopotutto è stato proprio Mr. Chávez a dire, scherzando, che avrebbe fatto un viaggio tra i Paesi dell’“Asse del male”). Però, sempre secondo Chávez e il suo assortimento di ospiti, non molto amichevoli con gli Stati Uniti, questa chimica potrebbe essere a dir poco perfetta.
Infatti il presidente del Venezuela è stato accolto come un’ospite d’onore ai festeggiamenti del quarantesimo anniversario del colpo di stato del Colonnello Gheddafi, ed è stato abbracciato in modo caloroso dal potente politico libico. Chávez ha detto anche che “desidera intensamente” andare a Damasco per incontrare il suo amico siriano Bashar al-Assad. Lì potrebbe certamente sentirsi amato. Secondo un autorevole sondaggio effettuato quest’anno, Chávez è stato nominato il capo di stato più amato dagli arabi, a causa delle sue posizioni fermamente anti-israeliane e antiamericane.
Che cosa ha fatto in Siria? “Proseguiremo il rafforzamento delle nostre relazioni secondo il progetto che abbiamo proposto insieme al presidente iraniano Ahmadinejad”, ha detto Chávez. Poi sabato scorso è stato a Teheran per discutere, tra le altre cose, di accordi bilaterali sull’energia – e anche della sdegno che Iran e Venezuela condividono verso “l’egemonia” statunitense. Negli anni recenti, Chávez e il signor Ahmadinejad si sono reciprocamente incontrati molte volte nei loro rispettivi Paesi. Chávez è stato uno dei primi leader di stato che si è congratulato con Ahmadinejad per la sua vittoria alle elezioni di giugno.
La piccolissima Bielorussia è stata un’altra di quella manciata di stati che si sono congratulati con Ahmadinejad per la vittoria in un’elezione che, a sentire la maggior parte degli osservatori, è stata a dir poco inadeguata. La Bielorussia è governata da “l’ultimo dittatore d’Europa”, Alexander Lukashenko, a cui è stato vietato di entrare nell’Unione Europea e negli Stati Uniti per colpa dei seri provvedimenti che il presidente prese contro il leader dell’opposizione qualche anno fa. Ed è qui che si è concluso il giro di Chávez. Sì, penso che lui si è sentito amato.
Tratto da The Christian Science Monitor
Traduzione di Ashleigh Rose