Puglia. Vendola azzera la giunta e il Pdl chiede le sue dimissioni
01 Luglio 2009
di redazione
"Non è un azzeramento. E’ una rinascita, un rilancio, è un confronto che vuole aprire a tutto campo con Udc e Idv proprio per affrontare questioni spinose". Così spiega il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, la decisione di ieri di azzerare la giunta di centrosinistra.
Di ritorno da una missione in Canada, Vendola ha motivato la decisione affermando che "è legata a fatti politici nuovi" (riferendosi ai risultati elettorali) e "fatti indirettamente politici" (la necessità di una questione morale che deriva dalle inchieste in corso). Il leader del Movimento per la Sinistra ha riconosciuto che esiste una "sovrapposizione ovvia dei due fatti".
Il Governatore ha parlato della "questione morale" legata alle inchieste su una sanità che in Puglia "è permeabile agli interessi delle lobby, delle corporazioni e anche a spinte corruttive". E c’è una trasversabilità a questi interessi che Vendola dichiara di non voler nascondere. Di qui l’azzeramento, o meglio: "Gli assessori che spontaneamente e con grande coraggio – afferma Vendola – hanno rimesso il loro mandato" nelle mani del presidente.
"Ho il potere in questo momento di riformulare la giunta – ha detto – , con nuovi contenuti e perimetri, con nuove alleanze. Sono molto interessato a discutere con Casini e con Di Pietro" e a un cronista che gli ha chiesto se dialogherà anche con il movimento Io Sud di Adriana Poli Bortone, il presidente della Regione preferisce non rispondere. La richiesta di Vendola giunge in seguito a un’inchiesta della procura di Bari – coordinata dal pm Desirée Digeronimo – in cui si ipotizza un intreccio tra politica e affari nella fornitura di prodotti e servizi sanitari. La procura di Bari ha convocato come testimone lo stesso Vendola, che sarà ascoltato il 6 luglio, secondo quanto riferiscono fonti vicine alla vicenda.
Per i sostenitori di Vendola, la manovra è stata un colpo di genio ma dal Pdl viene interpretato come un marchingegno per coprire le beghe interne alla giunta. "Le dichiarazioni con cui Vendola giustifica l’azzeramento della giunta regionale pugliese sono politicamente gravissime. Dice che le inchieste della magistratura a carico della sua giunta nascono anche dalle inchieste amministrative interne che lui stesso ha avviato". Lo rilevano il coordinatore e il vicecoordinatore pugliesi del Pdl, Francesco Amoruso e Antonio Distaso. "Vuol dire per caso – si chiedono in una dichiarazione congiunta – che ha scoperto di aver governato per oltre quattro anni nel malaffare? Che ha chiesto il sigillo della magistratura per azzerare la giunta? E così facendo pensa forse di essere assolto non solo politicamente da tutte le sue responsabilità di presidente? In passato per molto meno altri presidenti di Regione hanno avuto sorti e trattamenti giudiziari ben diversi quando non erano neanche più presidenti, cosa induce Vendola a pensare di potersi dissociare dall’operato del suo governo?". "Delle due l’una: se ci sono fatti connessi ad una questione morale dell’intera sinistra regionale che lui sa più e meglio di altri come spesso gli accade – concludono – dovrebbe dimettersi anche lui. Se invece Vendola coglie al balzo la palla delle inchieste giudiziarie come pretesto per allargare la maggioranza e la giunta, prima che altri lo facciano a sue spese, dovrebbe dimettersi lo stesso e chiedere il consenso degli elettori, consentendo alla Puglia di tornare a votare e a scegliere".
Sarebbe quindi una "mossa a sorpresa" solo per mettere a tacere, per esempio, le voci sul nome del suo vice, l’assessore allo Sviluppo Economico, Sandro Frisullo (Pd). La Procura ha fatto sapere che Frisullo non ha ricevuto avvisi di garanzia ma il suo nome è apparso sui giornali in merito all’inchiesta sul giro di escort messo su in favore dei politici dall’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini.
Intanto la giunta regionale aveva deciso la sospensione cautelare del direttore generale della Asl Bari, l’avv. Lea Cosentino, coinvolta in una delle inchieste sulla sanità per turbativa d’asta. Lea Cosentino ha immediatamente convocato i giornalisti, proprio sotto la sede della presidenza della Regione dalla quale era appena uscita dopo un turbolento incontro con Vendola e ha annunciato di volersi difendere nelle sale di un tribunale. Non ha nascosto però la sua delusione "per una decisione non equa" visto che gli altri direttori generali di Asl indagati "non hanno ricevuto un simile trattamento".
Il centrodestra ha chiesto in serata le dimissioni di Vendola e, soprattutto, che in Puglia si torni a votare. Una lancia in suo favore è stata invece spezzata dal segretario regionale del Pd, Michele Emiliano, riconfermato alla guida del Comune di Bari: "Pieno sostegno" a Vendola che affronta la questione morale. La Regione Puglia si prepara da domani ad affrontare un cammino nuovo che sicuramente riserverà altre sorprese.