Quagliariello a Renzi: “Non difendiamo poltrone ma Ncd abbia stesso peso”

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Quagliariello a Renzi: “Non difendiamo poltrone ma Ncd abbia stesso peso”

Quagliariello a Renzi: “Non difendiamo poltrone ma Ncd abbia stesso peso”

22 Marzo 2015

«Perché dovremmo essere penalizzati? Non c’è alcun motivo. Noi non difendiamo la poltrona del ministero per le Infrastrutture ma chiediamo a Renzi lo stesso peso». Gaetano Quagliariello non spiega cosa significhi  stesso peso del dicastero lasciato da Lupi. E visto che si parla di lui come  nuovo ministro di Ncd, precisa: «In questo momento ho altro da fare. Per il resto ne discuterò con il mio partito».

Vi siete sottomessi a Renzi?

«No,  affatto. Ci sentiamo come quelli che stanno portando a termine un programma di riforme per tirare il Paese fuori dalle secche della crisi e che poi vogliono costruire un’alternativa alla sinistra. Se fossimo stati sottomessi a Renzi, in tutte le Regioni dove si vota  avremmo fatto scelte diverse. Non siamo né sottomessi a Renzi né al vecchio centrodestra. Quel centrodestra  somma algebrica di Berlusconi, Lega e centristi è perdente. Tra noi e la Lega esiste un abisso e sospetto che lo stesso accada tra Forza Italia e Lega».

Nunzia De Girolamo le chiede un’assemblea straordinaria per capire se Ncd esiste ancora.

«Ogni mese convoco la direzione: è il luogo dove si discute e la convocherò quando sulle Regionali avremo una proposta complessiva. Le sollecitazioni di Nunzia non le farò cadere».

Perchè non avete difeso  Lupi fino a mettere  in dubbio la vostra permanenza nel governo?

«Perchè per noi la centralità della persona non è uno slogan. Lupi ha detto che per lui al primo posto c’era la famiglia, essere padre e marito. Ha anche chiarito che la passione per la politica implica saper fare un passo indietro quando ci si  rende conto di diventare un ostacolo alle proprie  realizzazioni».

Avete mai chiesto le dimissioni dei sottosegretari Pd indagati?

«No, e secondo me abbiamo fatto bene. Quando la politica era giustizialista con un avviso garanzia un ministro si dimetteva: un automatismo dannoso sia per la giustizia che per la politica. Ora però c’è una situazione di anarchia comportamentale perché la categoria dell’opportunità politica è troppo aleatoria. C’è chi dopo due anni di indagini non viene nemmeno inquisito e per opportunità si dimette comunque, come Lupi. Poi c’è chi è condannato e per opportunità si candida alla presidenza di una Regione, come De Luca. Questo è troppo».

Renzi non vi darà le Infrastrutture. Quale ministero può  compensare  le dimissioni di Lupi?

«Non si tratta  di compensare. C’è stato un paradosso: quando Lupi resisteva, si diceva che Ncd stava alzando le barricate. Quando si è dimesso, è stato detto che lo abbiamo abbandonato. Non vorrei che si riproponga lo stesso paradosso su questa storia dei ministeri: cioè che se rivendichiamo peso si dica che chiediamo poltrone e se invece non lo rivendichiamo che siamo subalterni a Renzi. Noi chiediamo a Renzi un comportamento normale in un governo di coalizione: se non ha chiesto lui le dimissioni di Lupi e ha apprezzato il suo gesto, non si vede perchè Ncd deve essere penalizzato».

Sulle regionali Matteoli dice: ogni volta che Ncd si avvicina a Fi, viene richiamato da Renzi.

«Il  bipolarismo che immagina Matteoli non esiste più. Una nuova alternativa alla sinistra passa da una affermazione di autonomia, quella che in Veneto stiamo provando a interpretare  con Tosi, nelle Marche con Spacca, in Puglia con Schittulli, in Umbria con Ricci. In Campania Matteoli stia tranquillo: se Caldoro saprà interpretare questo schema, lo sosterremo».

(Tratto da La Stampa, di Amedeo La Mattina)