Qualcuno spieghi ai 5 Stelle cos’è un rimbalzo
18 Giugno 2022
Si dice che in politica vale tutto ma a volte, per salvarsi dalla nave che affonda, si finisce per cadere in una involontaria comicità. Così, mentre imperversa una vera e propria guerra civile dentro il Movimento 5 Stelle, Stefano Buffagni rilascia una curiosa intervista al quotidiano La Verità. L’ex sottosegretario allo Sviluppo economico non sembra schierarsi nella disfida tra Di Maio e Conte, se mai pensa a rivendicare i risultati che a suo parere il movimento ha incassato in questa legislatura. Nulla di male, per carità, la campagna elettorale a spese di Draghi è già cominciata da un bel pezzo a tutte le latitudini.
Buffagni però ci spiega che il Pil dell’anno scorso è frutto della legge di bilancio del Conte II. Interessante ricostruzione considerando che è sufficiente avere qualche base di macroeconomia per sapere che quella crescita è stata un puro rimbalzo dopo l’ecatombe economica dell’anno precedente causata dalla pandemia. Ancora più interessante che l’intervistatore di un quotidiano avvertito e con una sezione di economia davvero ben fatta, non ribatta chiedendo lumi sulle manovre di Conte e il suddetto rimbalzo. Andando avanti nella conversazione, poi, apprendiamo con sgomento che la responsabilità del malfunzionamento del Superbonus per l’edilizia è da imputare non a chi ha scritto quel provvedimento bensì alle “imprese” italiane e al “mercato”, queste diaboliche entità che per i grillini minano qualsiasi pura incorrotta visione di uno statalismo destinato a condurci nel paradiso in terra.
Chi segue il nostro quotidiano sa che non siamo pregiudizialmente contro il superbonus, anzi, che abbiamo dedicato più articoli a spiegare come poteva funzionare meglio e magari non diventare un boomerang per le imprese che ne volevano o ne hanno usufruito, vedi alla voce crediti incagliati, per fare un esempio. Ma il problema per Buffagni non è l’incertezza normativa che va a colpire settori come l’edilizia – pilastro della nostra economia e in prospettiva, pensando alla rigenerazione urbana, dello sviluppo sostenibile – ma appunto che le imprese a quanto pare determinano e non subiscono le policy prese del decisore pubblico.
Insomma il solito clima antimercato e ostile alle imprese e agli investimenti che nel nostro Paese ormai è diventato il mainstream. Dimenticati i dpcm annunciati sui social nel lockdown, i banchi a rotelle e il Pnrr riscritto da chi è venuto dopo. Fu il migliore dei governi possibili e ancora non si è scoperto grazie a quale misterioso gombloddo M5S si sia ritrovato anche nell’esecutivo successivo.