Quei novanta parlamentari della nuova onda popolare

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Quei novanta parlamentari della nuova onda popolare

Quei novanta parlamentari della nuova onda popolare

03 Settembre 2014

"In tutto il mondo esiste una socialdemocrazia a cui si contrappone un’altra forza conservatrice e popolare. Se la nostra parte, che detto con sincerità è quella più in ritardo, riesce a darsi una mossa, anche in Italia si potrà creare una frattura politica di tipo europeo: da un lato una forza socialdemocratica e dall’altro le forze cattoliche, popolari, conservatrici, alleate in una forma partito che abbia una sua stabilità a prescindere dalle fortune elettorali".

Gaetano Quagliariello, coordinatore del Nuovo Centrodestra, ha aperto questo pomeriggio a Roma la prima riunione dell’intergruppo dei parlamentari di maggioranza che hanno firmato l’appello per una Costituente neopopolare. Un primo passo, ha chiosato il coordinatore Ncd, di un percorso ambizioso, che punta a costruire una vasta area popolare alternativa alla sinistra socialdemocratica: "Pensare di far nascere una forza antagonista alla sinistra sulla falsariga del passato è impossibile. E’ necessario costruire qualcosa di nuovo, l’Italia non può più permettersi un solo grande partito della Nazione. Ce ne devono essere almeno due, in effettiva competizione".

​Quagliariello ha sottolineato che l’esperienza di governo con il Pd è dovuta al fatto che l’Italia soffre di un debito pubblico insostenibile e di una arretratezza istituzionale senza paragoni in Europa, e già questo giustifica di per sé l’esistenza di un esecutivo di ricostruzione nazionale.

​I mille giorni che ci separano dalla fine della legislatura servono dunque a portare a termine le riforme "assolutamente indispensabili" allo sviluppo dell’Italia, ma sono altresì necessari alla ristrutturazione di un quadro politico che partendo da una comune responsabilità veda enuclearsi due forze che in tutto il mondo sono antagoniste.

Concetti ripresi e ribaditi dal presidente dell’Udc, Giampiero D’Alia, secondo il quale l’incontro odierno ha rappresentato la prima occasione per avviare "un percorso serio e credibile che arrivi a creare un’offerta politica alternativa al socialismo europeo, uscendo però dagli schemi compromessi del passato".
Il leader dei Popolari per l’Italia, Mario Mauro, ha sottolineato a sua volta la necessità che si rafforzi l’impronta liberale nell’azione di governo, spettando alle forze popolari imprimere il proprio marchio alle ricette necessarie a fornire alla società italiana prospettive di crescita e sviluppo.

L’auspicio, ha aggiunto il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa, è quello di iniziare un cammino insieme per organizzare in Italia quell’area popolare, e non populista, che ancora non c’è. Un cammino certo non facile, anche se i 90 parlamentari che hanno aderito all’appello rappresentano un fatto importante, che consentirà di incidere maggiormente sui provvedimenti legislativi.

"In un momento in cui il nostro Paese si trova a dover fronteggiare una crisi economica profonda e con la minaccia di un quadro geopolitico sempre più preoccupante e drammaticamente incerto, ha poi spiegato Renato Schifani, si avverte l’esigenza di richiamare tutti coloro che si rivedono nel Partito Popolare europeo a condividere valori e progetti comuni". Una grande sfida, ha detto l’ex presidente del Senato, che va affrontata in modo consapevole e rispondendo ai bisogni reali dei cittadini.

A chiudere i lavori dell’assemblea è stato il leader del Nuovo Centrodestra, Angelino Alfano. Abbiamo davanti a noi tre anni di governo per fare cose importanti insieme all’area dei socialisti, ha detto il ministro dell’Interno, dopodiché ognuno prenderà la sua strada: fino ad allora, la bussola comune sarà l’interesse dell’Italia, ed è per questo che "vogliamo consolidare un’area che già esiste" e senza la quale il governo non sarebbe nato e non avrebbe la forza per andare avanti. "Vogliamo stare insieme alle forze che si richiamano al Ppe, che credono nella necessità di portare avanti il cammino delle riforme e che sono convinte che questo governo non abbia alternative, e per questo lo sostengono. Questo per noi è motivo di distanza rispetto a quelle forze, penso alla Lega, che non stanno nel governo, non credono nel Ppe e nel cammino delle riforme".

Non c’è solo il Pd nella sfida per cambiare il Paese, ma "ci siamo anche noi", ha orgogliosamente rivendicato Alfano, il quale si è detto certo di aver fatto la scelta giusta nel sostenere il governo di Letta e poi quello guidato oggi da Renzi. I risultati ottenuti nell’azione di governo non sono certo ascrivibili alle categorie della sinistra: ("la diminuzione delle tasse e il bonus di 80 euro non è un’idea di sinistra), così come non può essere taciuto il contributo determinante per "smontare la legge Fornero, cambiare l’assetto dello Stato, varare lo Sblocca Italia".

Rivolgendosi infine a Cesa, Mauro, e "agli amici di Scelta Civica", il leader del Nuovo Centrodestra ha proposto, in attesa dei prossimi passaggi organizzativi, la creazione di un direttivo dell’intergruppo che "orienti le scelte parlamentari" e la costituzione di tre gruppi di lavoro per affrontare i temi dell’economia, dell’Europa e della politica estera.