Quel partito del declino che vuol prendersi il 25 Aprile
24 Aprile 2015
di redazione
Fino a che punto arriverà la propaganda declinista di No Tav e No Triv? Al di là dei disgustosi coretti contro i servitori dello Stato che abbiamo ascoltato a Torino, quanto danneggiano il nostro Paese certe speculazioni fondate quasi sempre su asserzioni ideologiche, piccole e grandi apocalissi?
Domani il Movimento 5 Stelle si prepara a celebrare il 25 Aprile protestando contro i (pochi) progetti d’investimento offshore nel Mare Adriatico. Il tutto condito con il solito armamentario terrorizzante per le comunità locali: ecosistemi marini a rischio, inquinamento a gogò, sversamenti e incidenti disastrosi nel nostro mare interno, turismo e pesca gettati sul lastrico…
La realtà è ben diversa. Se guardiamo ai costi legati alle emissioni in atmosfera della nostra economia nel 2012, infatti, a incidere di più sono stati settori come agricoltura e allevamento, trasporti e riscaldamento delle famiglie, manifatturiero, eccetera eccetera. Le attività estrattive? Sono in fondo alla lista. In termini di costi/emissioni pesano quanto le attività immobiliari. Avete capito bene. Dunque di quale grande inquinamento stiamo parlando?
Il numero delle concessioni di ricerca per le compagnie che operano in Italia si è progressivamente ridotto nell’ultimo ventennio, insieme alle aree occupate dagli impianti. Per cui se l’attività estrattiva si contrae, si specializza e diventa più sicura di prima come diamine si può pensare che inquini maggiormente?
Ovviamente adesso ci risponderanno: il disastro della DeepWater Horizon!? Non lo abbiamo dimenticato e fatti del genere non devono ripetersi. Ecco perché il presidente Obama ha appena firmato nuovi provvedimenti che rafforzano la sicurezza delle estrazioni. Quegli stessi provvedimenti che aprono a nuove esplorazioni nel Sud-Est dell’Atlantico… Che tipi questi americani!
Del resto fare un paragone tra la DeepWater Horizon e le piattaforme che operano o dovrebbero farlo in Adriatico vuol dire mischiare mele e pere. E’ sufficiente ricordare che qui da noi le piattaforme pescano a non più di 20 metri di profondità, dove è possibile un intervento diretto degli operatori in caso di necessità, mentre nel Golfo del Messico fu un attimo più complicato far scendere robot subacquei telecomandati a 1.500 metri sotto il livello del mare.
Di esempi del genere se ne potrebbero fare a iosa ma preferiamo farla corta con un’ultima riflessione sul nostro Paese. Noi lo sappiamo cosa fu la Liberazione. Aprì la strada a un periodo particolarmente fertile per lo Stivale, quel boom economico che i nostri nonni e i nostri genitori ricordano come una delle fasi più vitali della Storia repubblicana. Fu l’epoca delle grandi autostrade che unirono il Paese, per dirne una. Opere e investimenti che se all’epoca ci fossero stati No Tav, No Triv e compagnia cantando andremmo ancora da Bergamo a Reggio sul dorso di mulo.