Quella lettera di Toccafondi per una scuola libera dall’ideologia

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Quella lettera di Toccafondi per una scuola libera dall’ideologia

11 Febbraio 2015

È il sottosegretario di stato all’istruzione Gabriele Toccafondi a prendere una decisa posizione contro l’ideologia del gender ricordando nello stesso tempo che “la lotta ad ogni discriminazione è doverosa e va combattuta nelle scuole insieme ai ragazzi e ai loro genitori”.

In una lettera di grande chiarezza, Toccafondi sottolinea che l’educazione all’interno della scuola deve “coinvolgere i genitori o le rappresentanze dei genitori”, con particolare riferimento alla sfera della sessualità e del genere. Monito sobrio che è anche un richiamo a tutti coloro che travisano i fini educativi dell’istruzione: si tratta infatti di questioni delicate verso le quali le famiglie possono e debbono dare il giusto indirizzo ai propri figli.

Toccafondi non condivide l’impostazione dei  “famosi libretti dell’Unar” che tendono ad orientare a una visione in senso “ideologico e unilaterale” sulle questioni di cui parliamo. Non piace, quindi, l’imposizione di nuove ideologie attraverso l’uso (e l’abuso) del sistema scolastico nazionale. Una presa di posizione, quella del sottosegretario, che rafforza l’impegno mostrato da realtà come Manif pour tous, Sentinelle in Piedi, Giuristi per la Vita e da quel vasto mondo dell’associazionismo che si batte contro la ‘dittatura del gender’.

Toccafondi invita a reagire personalmente a ogni forzatura, come ha fatto quella madre milanese che si è rifiutata di firmare il modulo che la indicava come “genitore 1”, cancellando la dicitura sul documento e aggiungendo la parola “mamma”.

Il Sottosegretario conclude la sua lettere rivolgendosi a credenti e non credenti, invitandoli a meditare con attenzione sulle parole del Santo Padre, specialmente quando Papa Francesco dice che occorre “sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli”, manifestando il suo rifiuto “per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio!”.