"La questione morale", scrivei il settimanale dei paolini, "ormai non riguarda più solo l’uno o l’altro politico, l’uno o l’altro partito, ma l’intera politica italiana. Se la politica (o il partito o il politico) perde l’anima, muore, marcisce e si decompone. Vengono da qui gli scandali, la corruzione, l’anteporre l’interesse particolare o personale al bene comune, l’intreccio tra mafia, affari e poteri pubblici, la partitocrazia, i metodi meschini di lotta politica, fatta di colpi bassi, di insinuazioni, di delazioni, di volgarità. Quando questo avviene, e in Italia avviene – sottolinea padre Sorge – vuol dire che la politica è morta. Se poi questo avviene in un partito, come il Pd, che vorrebbe presentarsi come ‘nuovò, vuol dire che non è ancora nato o che è nato morto». Secondo Famiglia cristiana «vanno recuperati i valori etici e ideali, oggi offuscati», partire dalla Costituzione. E «non basta, però, ribadirli in astratto. Bisogna cercare piste concrete per tradurli in pratica. E ciò va fatto insieme, senza che qualcuno si chiuda nel rifiuto di collaborare e di dialogare, che porterebbe solo a irrigidimenti sterili e controproducenti». E il cristiano? "La questione morale" – osserva il settimanale – "lo interpella due volte, come cittadino e come credente. Perciò, mentre si impegnerà con tutti gli uomini di buona volontà per restituire un’anima alla politica, si sforzerà di precederli con un limpido esempio di stile evangelico: operare secondo una logica di servizio al bene comune, quindi con umiltà e mitezza, competenza e trasparenza, lealtà e rispetto verso gli avversari, preferendo il dialogo allo scontro, rispettando le esigenze del metodo democratico, sollecitando il consenso più largo possibile per l’attuazione di ciò che obiettivamente è un bene per tutti".