Redditi: in Italia alta diseguaglianza nella distribuzione
22 Maggio 2008
di redazione
L’Italia si distingue in Europa come uno dei paesi dove massima è l’ineguaglianza nella distribuzione del reddito. Lo rileva una indagine della Commissione europea sulla situazione sociale dei Ventisette, centrata proprio sulla distribuzione del reddito e sugli effetti che questa ha nella società. Fatta 0 la situazione di reddito uguale per tutti e 100 quella nella quale uno solo guadagna, l’Italia si piazza al 32,5%, sul livello stimato della media Ue. Potrebbe essere un risultato non disonorevole, ma qui si tratta proprio della "media del pollo" di Trilussa: poche nazioni, come l’Italia, alzano la media in maniera significativa, poichè solo 10 Paesi superano il 31%, mentre tutti gli altri sono sotto il 28%. Il Paese dove si sta peggio da questo punto di vista è il Portogallo, che alza di molto la media sfiorando il 42%. Tra i grandi Paesi solo la Gran Bretagna supera l’Italia, arrivando al 33%. Va molto meglio in Svezia e Danimarca, i paesi più virtuosi da questo punto di vista, con un dato attorno all 22,6%. La Francia è al 27,5%, la Spagna al 31,2% e la Germania al 26,5%. Questi dati si riflettono sulla società, in particolare sull’istruzione. In media i figli di persone con alti titoli di studio hanno quattro volte le possibilità dei figli di persone con bassi titoli di raggiungere un livello di istruzione elevato. In Italia c’è una delle situazioni peggiori: le possibilità per i nati da genitori ben istruiti sono 7,7 volte maggiori che per gli altri. In Repubblica ceca questa cifra è 11 e in Germania è 2,1, il miglior dato europeo. "Tutto questo ha ovviamente effetti anche sulle possibilità di trovare lavoro", fa notare la ricerca. La posizione dell’Italia è poi seria per quanto riguarda le persone con un reddito inferiore al 60% della media Ue: con il 9% siamo i terzi in classifica dopo la Polonia, che ha il 29% dei cittadini europei sotto questa soglia e la Spagna, che ne ha il 10,8%. La Francia si ferma al 5%, la Gran Bretagna al 4,7, la Germania al 6,7. In Lussemburo il dato è uguale a zero. Tra chi guadagna in Europa meno del 40 per cento della media siamo appena meglio, al quarto posto dopo Polonia, Spagna e Ungheria con il 7,3% delle popolazione europea. Va un po’ meglio per il cibo, in Italia "solo" il 5,2% delle popolazione non può mangiare carne o pesce o un equivalente vegetariano almeno ogni due giorni. Come in Francia e Gran Bretagna. Peggio la Germania, con il 10% della popolazione, mentre in Spagna va meglio, solo il 2% ha questa sfortuna.
APCOM