L’8 giugno 1976,a Genova, le BR ammazzarono il procuratore generale Francesco Coco e gli uomini della sua scorta, Antioco Deiana e Giovanni Saponara. Nella cerimonia di commemorazione dell’evento, il procuratore generale della Repubblica del capoluogo ligure, Luciano Di Noto, ha fatto una ricostruzione degli ‘anni di piombo’ molto politically correct, guardandosi bene dal ricordare le indagini svolte dal magistrato Mario Sossi presente alla cerimonia (fu il primo sequestrato dalle BR). Sossi, che assieme a Calabresi, aveva scoperto i legami tra il Fronte di Liberazione della Palestina e le BR nonché la copertura data da talune frange del PCI ai terroristi (non tutto il PCI e la CGIL erano disposti ad apprezzare il patriottismo costituzionale dell’eroico Guido Rossa), non s’è fatto scrupolo a esprimere la sua dissenting opinion e, davanti a una controreplica ritenuta offensiva per la verità storica, si è alzato e ha piantato tutti in asso. Un episodio da non sottovalutare. Potrebbe essere l’inizio di uno stile diverso, del tutto in controtendenza rispetto alla melassa buonista imperante in questi anni. C’è qualcuno che dinanzi al <volemose bene>, allo <stendiamo un velo pietoso>, al <chi ha avuto ha avuto..> ha ancora il coraggio di indignarsi di brutto e di portar via le tende! Che il clima stia cambiando?
Dino Cofrancesco