Rifiuta tracheotomia e muore con l’accordo del giudice
29 Maggio 2008
di redazione
Una donna di 70 anni, Vincenza Santoro Galano, affetta da una grave forma di sclerosi laterale amiotrofica, e’ morta ieri all’Ospedale Baggiovara di Modena dopo aver rifiutato (ottenendo, primo caso in Italia, l’assenso di un giudice) che le venisse praticata la respirazione artificiale con una tracheotomia, che l’avrebbe tenuta in vita ma senza speranza di guarigione. La signora sapeva che la degenerazione della malattia l’avrebbe portata in tempi brevi ad una ventilazione forzata invasiva e aveva chiesto che l’intervento di tracheotomia le fosse risparmiato. Il marito della donna, da lei nominato amministratore di sostegno in base a una legge del 2004, si era rivolto nelle scorse settimane al giudice tutelare del Tribunale di Modena. E il magistrato, Guido Stanzani, ha stabilito che il rifiuto di terapie intensive, anche salvavita, puo’ essere espresso dall’amministratore di sostegno che affianca il paziente. Il magistrato, prima di emettere il provvedimento, ha visitato la paziente e da lei – alla presenza dei figli – si e’ visto confermare l’intenzione di non lasciarsi sottoporre alla ormai ineludibile tracheotomia. Pertanto, quindici giorni fa, il giudice ha emesso il decreto, raro, con il quale l’amministratore di sostegno della signora Vincenza, che e’ il marito, e’ stato autorizzato a negare ai sanitari il consenso necessario per praticare la ventilazione forzata ma anche a chiedere ai medici le cure palliative piu’ efficaci per non fare soffrire la moglie. Ieri l’epilogo della vicenda.