Rifiuti. Dal Colle rilievi sul decreto legge, regioni in disaccordo tra loro

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Rifiuti. Dal Colle rilievi sul decreto legge, regioni in disaccordo tra loro

25 Novembre 2010

Mancanza di alternative idonee alla cancellazione delle discariche inserite nella legge 123 e l’impossibilità di assegnare le funzioni, e i poteri, di sottosegretario ai commissari che dovranno occuparsi della realizzazione dei termovalorizzatori. Sarebbero questi, secondo quanto si apprende da fonti governative, alcuni dei rilievi mossi dal Quirinale sul decreto rifiuti approvato dal governo.

Il Colle, sempre secondo le stesse fonti, nei chiarimenti richiesti avrebbe anche sottolineato che il provvedimento andrebbe a danneggiare le provincia di Napoli consentendo ai comuni di continuare a gestire il ciclo di raccolta e trasporto dei rifiuti. Sarebbero dunque diversi i chiarimenti chiesti dal Quirinale al decreto del governo, un provvedimento di 4 articoli arrivato al Colle 6 giorni dopo l’approvazione del Cdm. In particolare gli uffici legali di Napolitano avrebbero sottolineato che si sarebbe proceduto alla cancellazione di tre delle discariche previste dalla legge 123 (cava Vitiello a Terzigno, Valle della Masseria a Serre e Andretta) senza individuare alternative idonee dove trasferire i rifiuti. Ed inoltre il provvedimento non conterrebbe misure adeguate per ottenere effetti positivi immediati sulla situazione, come invece richiederebbe la "necessità e l’urgenza" alla basa del decreto.

Un altro chiarimento chiesto dal Colle, sempre secondo quanto si apprende da fonti governative, sarebbe relativo all’articolo che proroga fino al 31 dicembre 2011 la possibilità per i comuni di gestire le attività di raccolta, spazzamento e trasporto dei rifiuti. Un articolo che, così come è stato scritto, andrebbe a penalizzare la provincia di Napoli, cui per legge dalla fine di quest’anno spetterebbe la competenza. Altri dubbi il Quirinale li avrebbe sollevati in merito all’attribuzione delle funzioni di sottosegretario ai commissari che dovranno realizzare i termovalorizzatori. Funzioni che consentono di agire in deroga alle normali procedure e che eventualmente potrebbero essere assegnate dopo la dichiarazione dello stato di emergenza.

Le posizioni delle Regioni sul tema rifiuti rimangono le stesse: da una parte chiedono che il governo dichiari lo stato di emergenza e faccia loro una richiesta unitaria e formale di intervento, dall’altra il governo che, nonostante l’apertura mostrata dal ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto ieri, complici forse anche le parole di Bossi, non ha fatto nessuna dichiarazione nel senso voluto dai governatori. I quali, del resto, non hanno una posizione unitaria, e oggi la seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni lo ha mostrato.

Il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, ha infatti spiegato che la sua Regione non può e non vuole prendersi i rifiuti campani: non può perchè ancora non è pronto il termovalorizzatore che servirà Torino e dintorni, non vuole perchè "è giusto invitare le amministrazioni locali a responsabilizzarsi". Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha lasciato la Conferenza senza rilasciare dichiarazioni e facendo sapere ai giornalisti, per mezzo del suo staff, che la sua posizione rimane quella di ieri: non si può parlare di rifiuti senza che il governo accordi un incontro per parlare delle risorse che ha tagliato con la manovra di luglio. Ad incalzarlo c’è però il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Davide Boni (Lega), che ha detto: "i rifiuti sono un problema contingente, o si dice si o si dice no, ma non si può dire forse". Invariate rimangono le posizioni di Veneto, il cui presidente ha già detto di non essere in condizione di accogliere i rifiuti campani, delle Marche, della Liguria e della Sardegna, che si trovano nella stessa indisponibilità, dell’Abruzzo, il cui presidente, Gianni Chiodi, oggi ha detto che la sua Regione "semmai avrebbe bisogno di avere la solidarietà altrui, essendo in una condizione di pre-emergenza". Solidarietà ma impossibilità di ricevere rifiuti campani arriva anche dalla Basilicata e dal Friuli mentre il presidente del Lazio, Renata Polverini, ha fatto notare: "siamo disponibili solo e allorquando lo saranno anche le altre Regioni".

Gli unici disponibili sembrano quindi la Toscana, il Molise, e la Puglia, il cui governatore, Nichi Vendola, oggi ha accusato: "il no di alcune Regioni ai rifiuti campani è pretestuoso e ideologico: serve a dare la rappresentazione dei rifiuti come espressione dei vizi del Meridione. L’accumulo di rifiuti coinvolge le imprese del nord – ha aggiunto Vendola – è convenuto smaltire i rifiuti al sud risparmiando, ma ora il sottosuolo è gonfio di rifiuti". E il diretto interessato, il governatore della Campania Stefano Caldoro, ha rassicurato: "La Campania ha una sua fragilità, per ragioni storiche, ma gradualmente andremo in piena autonomia, oggi abbiamo piccoli momenti di crisi temporanee". E ha sottolineato che "non è una questione di nord e sud, ci sono Regioni che ne fanno una questione di principio, ognuno deve essere autonomo questo è giusto, ma si tratta di capire come solidarietà e federalismo possano essere applicati anche quando non ci sono ragioni di affari ma nell’ambito di una intesa istituzionale". Il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha richiamato il governo a dire "nella sua interezza e collegialità, se c’è bisogno della partecipazione delle Regioni per dare risposta a questa emergenza. Solo dopo discuteremo su come le Regioni sono in grado di intervenire. L’unica via è la responsabilità".