Rifiuti. Irregolarità durante bonifiche, indagati Bassolino e Pansa

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Rifiuti. Irregolarità durante bonifiche, indagati Bassolino e Pansa

23 Ottobre 2009

Il Presidente della Regione Campania Antonio Bassolino ed il prefetto di Napoli Alessandro Pansa sono indagati – insieme ad altre sette persone – dalla procura della Repubblica di Napoli nell’inchiesta relativa a presunte irregolarità nell’affidamento di lavori di bonifica di siti e falde inquinati lungo il litorale flegreo, nell’ambito della quale sono state disposte oggi alcune perquisizioni. I due sono sottoposti ad indagini per fatti connessi alla funzione svolta in passato, in momenti diversi, di Commissari per l’emergenza rifiuti in Campania.

Gli altri indagati sono i sub-commissari pro-tempore Raffaele Vanoli ed Arcangelo Cesarano, l’avvocato distrettuale dello Stato Giuliano Percopo, il presidente pro-tempore della Jacorossi imprese Ovidio Jacorossi, il vicepresidente Michele Giustozzi, il dirigente della Regione Campania per il settore ambientale Mario Lupacchini, ed, infine, Vincenzo Cocuzza, incaricato dalla Regione Campania di un parere su un atto. Per tutti gli indagati i reati ipotizzati sono concorso in abuso di ufficio, falso, truffa ai danni dello Stato e corruzione.

La Jacorossi, insieme alla società Fintermica, stipulò nel 2001 con i Ministeri dell’Ambiente e del Lavoro, con il Commissariato per l’emergenza rifiuti e con la Regione Campania una convenzione per l’esecuzione di interventi di bonifica dei siti inquinati lungo il litorale flegreo, che prevedeva, tra l’altro, la stabilizzazione da parte dell’impresa di 380 lavoratori impegnati in progetti socialmente utili. Essendo sorto un contenzioso tra le parti – che reciprocamente si accusavano di inadempimenti contrattuali – sul finire del 2007 fu definito un accordo transattivo, che poneva fine alla controversia.

Secondo la Procura di Napoli, quell’accordo transattivo – al quale diede parere favorevole l’avvocato dello Stato Giuliano Percopo (sostituendosi, secondo l’accusa, ad una collega che aveva un’opinione diversa) e per il quale sono ora chiamati a risponderne coloro che lo sottoscrissero – fu illecito: uno stratagemma, a parere dei pm La Ragione e Woodcock, per eludere le procedure ordinarie degli appalti pubblici e favorire la Jacorossi. L’impresa, infatti, vide lievitare di circa l’80 per cento i corrispettivi inizialmente previsti, nonostante – ha accertato la Guardia di Finanza – avesse fatto ampiamente ricorso ai subappalti, soprattutto per la movimentazione dei rifiuti dai siti inquinati. Alcuni di tali subappalti, inoltre – secondo dichiarazioni recenti di un pentito, ora sottoposte a verifiche da parte delle Fiamme Gialle – sarebbero finiti ad imprese in odore di camorra.