Rigore scientifico e trasparenza: l’unica via per sostenere il settore agro-alimentare
18 Luglio 2007
di redazione
Mai
come in questi giorni, in cui l’attacco ai cibi “ideologici” sta mettendo in
crisi anche i consumatori più attenti e sensibili al rigore alimentare (vedi
articolo di Nicola Nosengo “Mangiare light? Ahi, ahi”- L’Espresso del 12 luglio
2007), non si può non essere d’accordo con Gilberto Corbellini che, sul Sole 24
ore del 8/7/2007, sintetizzava efficacemente ed in tempo reale, le opinioni (in
verità non troppo contrastanti) che Roberto Defez e Giovanni Monastra riportavano
sul Corriere della Sera dello stesso giorno in materia OGM.
La sicurezza
alimentare non è un fatto opinionistico
ma qualcosa che nei limiti del possibile deve essere scientificamente documentato
ed in grado di fornire informazioni utili che preservino la sicurezza dei
consumatori.
Sì, siamo d’accordo con Defez, …tutta l’alimentazione va controllata perché nessun tipo di agricoltura
è a rischio zero. Per cui io vorrei che tutti gli alimenti fossero esaminati
non solo per la presenza di un gene in più o in meno ma anche per la presenza
di agenti patogeni, metalli pesanti, pesticidi, inquinanti, e sostanze tossiche
di varia origine. Elementi che sono presenti in tutti i tipi di agricoltura,
fatta in qualunque parte del mondo. L’ideale perciò è controllare tutti i
prodotti e quelli che avranno i risultati migliori spero vengano premiati dal
mercato non in maniera ideologica, ma sulla base di dati e numeri.