Rinnovi contrattuali. Brunetta: “Trovate le risorse nella Finanziaria”
22 Settembre 2009
di redazione
"Nella Finanziaria sono stanziate risorse per i rinnovi contrattuali 2010-2012 pari a a 1,8 miliardi per il settore statale e a 1,6 miliardi per il settore non statale, per un totale complessivo nel triennio pari a 3,4 miliardi". È quanto si legge in una nota del ministero della Pubblica Amministrazione, ricordando che si tratta di stanziamenti a titolo di vacanza contrattuale (circa il 40% dell’inflazione programmata).
"Alle predette risorse – aggiunge la nota – si aggiungeranno, una volta definito il nuovo assetto contrattuale delle amministrazioni pubbliche, le ulteriori risorse finanziarie occorrenti per il rinnovo contrattuale del triennio 2010-2012". Inoltre nel disegno di legge finanziaria del 2010 è istituito un apposito fondo nel quale affluiranno le economie di gestione derivanti dal cosiddetto dividendo dell’efficienza già previsto dalla finanziaria per il 2009.
Tali risorse saranno destinate, con un apposito decreto del ministro Brunetta, a integrare i fondi del trattamento accessorio dei dipendenti pubblici. "Nonostante il momento difficile abbiamo trovato le risorse e create le condizioni – è il commento del ministro Brunetta – affinchè si possano fare i contratti di lavoro, secondo il nuovo modello, dei dipendenti pubblici nel 2010. Abbiano anche previsto un apposito fondo per premiare i dipendenti delle amministrazioni più virtuose in linea con quelli che sono i punti fondamentali della mia riforma".
Il ministro della pubblica amministrazione è poi tornato a chiedere una riforma dell’età pensionabile per le donne anche nel comparto privato dopo quella nel pubblico impiego. "Trovo naturale – ha spiegato in un’intervista a ilsussidiario.net – che il problema si ponga anche nel settore privato, perché, in caso contrario, avremmo una discriminazione interna, a sfavore delle donne che lavorano per l’amministrazione pubblica". Brunetta ha inoltre ricordato come "l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne, nel pubblico impiego, ci è stato imposto da una sentenza della Corte Europea di Giustizia, che ci aveva condannato per aver discriminato gli uomini".
In merito alla riforma delle province, Brunetta ha spiegato: "Non credo che la soluzione migliore possa essere quella di eliminare alcune province, magari quelle di più recente istituzione. Non esistono infatti province di serie A e province di serie B, esistono invece enti che così come sono attualmente organizzati appaiono ridondanti e inutili".
Il ministro ha quindi aggiunto come "non va eliminata la provincia in quanto tale, anche perché per riuscirci occorrerebbe una specifica modifica della Costituzione. La mia proposta è invece quella di trasformarle in enti di secondo livello: consigli e giunte di più ridotta composizione, i cui membri vengano direttamente eletti dai consiglieri di tutti i Comuni facenti parte del territorio provinciale. Oltre alla riduzione dei costi della politica, in questo modo si otterrebbe una vera rappresentanza territoriale degli eletti, non più portatori di interessi puntuali ma semmai di interessi diffusi sull’intero territorio provinciale".