Roma. Confermati 16 anni alla Matei, ma non è omicidio volontario
25 Novembre 2008
di redazione
La difesa di Doina Matei ha annunciato il ricorso per Cassazione, non appena potrà leggere le motivazioni, contro la sentenza che ha confermato la condanna a 16 anni di reclusione per Doina Matei, che colpì il 26 aprile del 2007 con la punta di un ombrello Vanessa Russo, causandone la morte.
“La Corte – ha detto l’avvocato Carlo Testa Piccolomini, dopo la sentenza – non ha ritenuto di applicare le attenuanti, cosa che lascia davvero l’amaro in bocca anche se è stata respinta l’accusa di omicidio volontario”.
La difesa di Doina Matei – in aula c’erano la sorella e una nipote delle ragazza romena – aveva chiesto l’applicazione delle attenuanti, cosa che non era stata fatta dal gup nella sentenza di primo grado, e contava su una riduzione della pena di almeno cinque o sei anni di reclusione, una volta confermata l’accusa di omicidio preterintenzionale.
Una parziale riforma è stata disposta dalla Corte per quanto riguarda la concessione della provvisionale immediatamente esecutiva. Non disposta nel giudizio di primo grado i giudici ne hanno disposto la concessione per 20mila euro per ciascuna della parti civili costituite in giudizio, ossia i familiari di Vanessa Russo
Doina Matei, dopo una lite con Vanessa Russo in un vagone della metropolitana di Roma, colpì sulla banchina della stazione Termini, la giovane romana, con la punta dell’ombrello, che scivolando sull’orbita dell’occhio, le sfondò il cranio procurando una grave lesione cerebrale e la morte dopo 24 ore. Doina, che si prostituiva a Roma, era in compagnia di Costantina, una sua amica all’epoca dei fatti minorenne. Le due ragazze fuggirono a Tolentino nelle Marche dove poi furono arrestate dai carabinieri. Nei confronti di Costantina è successivamente caduta l’accusa di favoreggiamento.