Roma. La polizia sequestra beni per 1 milione al Casilino 900
03 Dicembre 2008
di redazione
In seguito a un’operazione dei carabinieri del Ros e dei reparti territoriali nel più grande campo nomadi d’Italia, il "Casilino 900", a Roma, le autorità hanno sequestrato beni per un valore totale di oltre un milione di euro.
Alle perquisizioni hanno partecipano oltre 150 carabinieri, in esecuzione a un decreto di sequestro di beni emesso, su richiesta della direzione distrettuale antimafia, dal tribunale ordinario di Roma, sezione misure di prevenzione.
Il provvedimento giunge al termine di una complessa attività condotta dai carabinieri del Ros, da cui è emerso che gli indagati, pur non esercitando attività lavorativa e non avendo mai dichiarato redditi, potevano disporre di un patrimonio di ingenti proporzioni, movimentando elevate somme di denaro di cui non potevano giustificare la provenienza. Il gruppo di zingari, provenienti dall’ex Jugoslavia, infatti erano titolari di 26 conti correnti bancari con a disposizione appartamenti e auto di grossa cilindrata.
Sulla questione il sindaco Gianni Alemanno ha mostrato il suo sconcerto: "Questo intervento getta una luce inquietante sulla situazione che si vive all’interno dei campi nomadi". "Scoprire che persone che vivono in una baracca hanno conti in banca e appartamenti di proprietà sparsi per la città, dimostra come su questi temi non si può agire solo sul versante della solidarietà e dell’integrazione". E ha continuato: "Esiste un problema di legalità che è irresponsabile negare o minimizzare".
"Ecco perché con ancor maggiore forza ci impegneremo per lo spostamento del Casilino 900 offrendo una soluzione di vivibilità per tutti coloro che si vogliono integrare e contemporaneamente espellendo tutti coloro che non si dimostrano disponibili a rispettare la legalità", ha concluso Alemanno.
Il delegato del sindaco alla Sicurezza, Samuele Piccolo ha anche tenuto a sottolineare che "proprio un mese fa ne chiedevo l’immediato sgombero per motivi igienico-sanitari e per la presenza in quell’agglomerato di personaggi dediti ad attività illecite". E annuncia che chiederà al presidente dell’Ater e all’assessore alle Politiche del Patrimonio "un accertamento immediato su eventuali assegnazioni di case popolari alle famiglie degli stessi". "Sarebbe davvero assurdo pensare che migliaia di italiani aspettano da anni l’assegnazione di una casa e poi queste vengono date a persone senza scrupoli che ostentano povertà ed invece hanno abitazioni di proprietà e conti correnti bancari", conclude Piccolo.